Allargare i test per la diagnosi precoce del cancro al seno alle donne minori di 50 anni e maggiori di 69, e dimezzare da due anni a uno l'intervallo di tempo fra un esame e il successivo. L'appello alle istituzioni arriva dall'oncologo Umberto Veronesi, in un messaggio inviato in occasione di un incontro organizzato oggi a Milano da 'Europa Donna', movimento di opinione europeo per la lotta al tumore del seno, nato nel 1993 proprio da un'idea dell'ex ministro della Sanità e direttore scientifico dell'Istituto europeo di oncologia (Ieo) del capoluogo lombardo. Veronesi afferma che "le istituzioni devono impegnarsi per garantire l'accesso al percorso di diagnosi, che sia allargato alla fascia di donne fra i 40 e i 70 anni e che sia annuale (e non biennale). Solo in questa maniera - si legge nel messaggio - sarà possibile ottenere risultati importanti nella lotta contro la malattia".
La richiesta dello scienziato è la stessa di Europa Donna che fra i suoi obiettivi, oltre alla diffusione in tutta la Penisola di centri specializzati nella diagnosi e nel trattamento del cancro al seno (Breast Unit), ha proprio quello di definire e mettere in atto "programmi di screening personalizzati in base ai diversi fattori di rischio di ogni donna", afferma la presidente della 'lobby rosa' Rosanna D'Antona. Europa Donna punta per prima cosa a "uniformare l'offerta di screening in tutte le regioni italiane", dice D'Antona, ricordando i dati dell'Osservatorio nazionale screening: "La percentuale di donne tra i 50 i 69 anni che ricevono la lettera di invito per l'esame è di 89% al Nord, 77% al Centro e solo del 38% al Sud. E questo accade nonostante in Italia i programmi di screening mammografico siano compresi per decreto ministeriale nei livelli essenziali di assistenza (Lea)", precisa la presidente. D'altra parte, però, Europa Donna chiede anche alle istituzioni di "investire e ragionare sull'appropriatezza dello screening", appunto "mettendo in atto programmi personalizzati in base ai diversi fattori di rischio". Accoglie l'appello la senatrice Laura Bianconi (Pdl), referente di Europa Donna a Palazzo Madama e membro della Commissione Igiene e Sanità. "I dati relativi al ricovero per tumore al seno - evidenzia la senatrice - ci dicono che solo nel 45% dei casi le pazienti rientrano nella fascia d'età per la quale è previsto l'invito allo screening (50-69 anni). Il 35% ha più di 69 anni e il 29% meno di 50", e di questa quota di 'malate giovani' "il 50% ha addirittura meno di 40 anni". Da qui le proposte: da un lato, "nella fascia 50-69 anni, prevedere oltre allo screening biennale uno step intermedio annuale", dall'altro "estendere lo screening alle donne over 69 e under 50.
Sono un antiepilettico e un farmaco per il colesterolo che insieme sono in grado di modificare la biologia del tumore e potenziare l'effetto della chemioterapia
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