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Appello del medico: passaporto sanitario per censire la salute degli immigrati

Sanità pubblica Redazione DottNet | 23/03/2011 22:45

Censire anche la salute degli immigrati approdati in Italia, con un 'passaporto' ad hoc, per tutelare chi arriva nel nostro Paese, ma anche per evitare i rischi sanitari per la popolazione residente. E' l'appello di Walter Pasini, direttore del Centro di Travel Medicine and Global Health a Rimini, che chiede l'attivazione di procedure, al momento dell'accoglienza degli immigrati, per la valutazione dello stato di salute, con una particolare attenzione alla tubercolosi, e la creazione di un documento redatto dei medici.

Pasini sottolinea, dunque, la necessità di un 'censimento sanitario', in cui devono essere "necessariamente coinvolte tutte le Regioni italiane e che deve prevedere che ogni immigrato sia obbligatoriamente in possesso di un 'passaporto sanitario', cartaceo o informatico, per consentire al medico delle strutture pubbliche di conoscere immediatamente lo stato di salute dell'individuo con i risultati delle indagini sanitarie eseguite". A oggi "le conseguenze del fenomeno immigratorio - spiega ancora Pasini - sono state analizzate, se pur in modo insufficiente, sul piano economico e sociale e dell'ordine pubblico. Non è invece mai stato analizzato l'impatto del fenomeno sul piano della sanità pubblica. La pressione migratoria di questi giorni su Lampedusa ha messo in evidenza le difficoltà a garantire le condizioni di igiene ai clandestini, che possono facilmente essere vittime di malattie a seguito dell'affollamento e della promiscuità".

Milioni di immigrati sul territorio nazionale, ricorda il medico, hanno introdotto nuovi elementi di cui tener conto per la sanità pubblica, come l'arrivo di nuove patologie non sufficientemente note ai medici italiani con pericolo di diffusione di malattie contagiose, in particolare la tubercolosi; la difficoltà da parte del medico di medicina generale e ospedaliero di rapportarsi con lo straniero a causa delle differenze linguistiche e culturali; le difficoltà nel ricorso alle strutture sanitarie da parte degli immigrati regolari a causa delle norme burocratiche che presiedono all'utilizzo delle strutture pubbliche; infine i pericoli, particolarmente insidiosi, della difficoltà di controllo sanitario dei clandestini.

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In generale, secondo Pasini, "le autorità del nostro Paese devono porre particolare attenzione alla possibile diffusione di malattie come la tubercolosi, la poliomielite, la meningite meningococcica, l'epatite A e B, la febbre tifoide". Mentre, per quanto riguarda il censimento sanitario della popolazione immigrata, clandestina o regolare, "sarebbe opportuno in particolare il controllo, attraverso screening mirati, della Tbc, malattia diffusa altamente contagiosa trasmissibile per via aerea, ad alta endemia nei Paesi africani e dell'Est Europa".

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