Censire anche la salute degli immigrati approdati in Italia, con un 'passaporto' ad hoc, per tutelare chi arriva nel nostro Paese, ma anche per evitare i rischi sanitari per la popolazione residente. E' l'appello di Walter Pasini, direttore del Centro di Travel Medicine and Global Health a Rimini, che chiede l'attivazione di procedure, al momento dell'accoglienza degli immigrati, per la valutazione dello stato di salute, con una particolare attenzione alla tubercolosi, e la creazione di un documento redatto dei medici.
Pasini sottolinea, dunque, la necessità di un 'censimento sanitario', in cui devono essere "necessariamente coinvolte tutte le Regioni italiane e che deve prevedere che ogni immigrato sia obbligatoriamente in possesso di un 'passaporto sanitario', cartaceo o informatico, per consentire al medico delle strutture pubbliche di conoscere immediatamente lo stato di salute dell'individuo con i risultati delle indagini sanitarie eseguite". A oggi "le conseguenze del fenomeno immigratorio - spiega ancora Pasini - sono state analizzate, se pur in modo insufficiente, sul piano economico e sociale e dell'ordine pubblico. Non è invece mai stato analizzato l'impatto del fenomeno sul piano della sanità pubblica. La pressione migratoria di questi giorni su Lampedusa ha messo in evidenza le difficoltà a garantire le condizioni di igiene ai clandestini, che possono facilmente essere vittime di malattie a seguito dell'affollamento e della promiscuità".
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