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I vaccini salvano ogni anno 300 milioni di persone

Infettivologia | 21/04/2011 13:25

In trecento anni di storia, da quando lady Wortley Montague, moglie dell'ambasciatore britannico in Turchia, osservo' che i turchi utilizzavano croste di vaiolo per immunizzare le persone sane, i vaccini hanno fatto molta strada, e oggi sono tre milioni le persone che ogni anno devono la vita a un'iniezione, ma ancora molto lavoro si deve aggiungere a quello fatto dai vari Jenner e Pasteur di tutto il mondo per riuscire a debellare anche le malattie che sarebbero prevenibili. Lo ricorda l'Organizzazione Mondiale della Sanita', che anche quest'anno ha lanciato in contemporanea in tutto il mondo, Europa compresa, la 'Settimana dell'immunizzazione'.
 

Che ci sia ancora molto da fare lo testimoniano le cifre fornite dall'agenzia dell'Onu: sono tre milioni le vite salvate ogni anno nel mondo, un traguardo eccezionale, ma ci sono altrettante vite che invece vengono perse per malattie che si potrebbero prevenire con un'iniezione, e quasi la meta' sono bambini. L'85% delle 1,4 milioni di morti annuali prevenibili sotto i 5 anni di eta' e' dovuto infatti a pertosse, morbillo e al batterio Haemophilus influentiae, per cui i vaccini esistono da anni.
Il problema, avverte la sezione europea dell'Oms, non riguarda solo i paesi in via di sviluppo: "In ogni paese d'Europa ci sono gruppi che non vengono vaccinati e rimangono suscettibili di malattie - avverte un comunicato dell'Oms Europea - come dimostrano le recenti epidemie di morbillo in Germania, Francia, Italia e Spagna.

Inoltre molte persone non conoscono l'importanza dei vaccini, o tendono a sottostimarla perche' non hanno visto gli effetti delle malattie che prevengono".
Durante la settimana tra il 23 e il 30 aprile in 52 paesi della regione europea dell'Oms si terranno iniziative per la sensibilizzazione sulla vaccinazione, che quest'anno ha come testimonial il calciatore Ronaldinho protagonista di uno spot che invita i genitori a vaccinare i figli per farli essere 'dei veri campioni'.

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Il messaggio e' valido anche in Italia, dove la situazione e' composita e tutt'altro che ottimale: "Sul fronte delle vaccinazioni obbligatorie siamo tra i paesi piu' avanzati al mondo - spiega Walter Ricciardi, direttore dell'Istituto di Igiene dell'universita' Cattolica di Roma - mentre per le raccomandate si hanno alcune Regioni come Veneto, Toscana e Puglia che sono all'avanguardia, mentre altre, non necessariamente al Sud, non riescono ad organizzarsi anche quando ci sono dei fondi specifici. Bisogna dire inoltre che il piano nazionale per le vaccinazioni e' fermo al 2007, ora ne e' stato approvato finalmente uno nuovo e si spera che le Regioni facciano di tutto per applicarlo al meglio".
Oltre al gia' citato morbillo, di cui ancora si registrano focolai nel nostro paese, l'esperto cita altre sfide per il futuro: "Abbiamo pianificato l'introduzione dei vaccini contro il meningococco C, lo penumococco e la varicella, oltre al raggiungimento del 95% di copertura per le ragazze contro l'Hpv - spiega Ricciardi - speriamo che venga applicato perche' i costi sono irrisori se paragonati ai vantaggi".

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