Morbillo, rosolia, pertosse, nell'immaginario collettivo sono malattie del passato, e invece stanno tornando, o meglio non se ne sono mai completamente andate nonostante gli sforzi di debellarle. La necessita' di tornare a concentrarsi sull'eradicazione di queste patologie, prevenibili con i vaccini e che possono dare effetti collaterali molto gravi, e' stata al centro della Settimana Europea dell'Immunizzazione, che si chiude oggi, ma e' anche oggetto di un 'warning' specifico appena lanciato dall'Oms e del piano straordinario contro morbillo e rosolia varato pochi giorni fa dal ministero della Salute. L'Italia, affermano le cifre, e' tra i paesi piu' colpiti dai nuovi focolai, soprattutto per situazione vaccinale che non ovunque e' ottimale.
"Anche se queste malattie colpiscono soprattutto i bambini, i riflessi si vedono anche negli adulti - spiega Alessandro Rossi, responsabile dell'area malattie infettive della Societa' Italiana di Medicina Generale (Simg) - spesso capitano ad esempio in ambulatorio donne in gravidanza non immuni, una condizione che e' molto rischiosa in caso di eventuale contagio".
Che il nostro paese sia tra quelli piu' colpiti da queste malattie, che l'Oms vorrebbe eradicare entro il 2015 dopo aver fallito l'obiettivo 2010 che si era posta inizialmente, lo confermano i numeri del Centro Europeo per il Controllo delle malattie: secondo il rapporto epidemiologico 2010 (che si riferisce all'anno 2008) nel nostro paese ci sono stati 5311 casi di morbillo, cinque volte piu' che in Germania e piu' di tre volte rispetto ai casi della Gran Bretagna, 1387 casi di orecchioni e 6183 casi di rosolia, una malattia che nel resto dei paesi dell'Europa occidentale e' praticamente scomparsa. Non a caso proprio morbillo e rosolia sono al centro di un piano specifico appena varato dal ministero della Salute, che 'punta' sull'aumento delle vaccinazioni, un argomento che risulta spesso 'delicato' alle orecchie dei genitori: "Ci sono ancora persone diffidenti nei confronti dei vaccini, molti hanno paura - spiega Alberto Villani, responsabile dell'unita' operativa di Pediatria e Malattie Infettive dell'ospedale Bambino Gesu' di Roma - e spesso non c'e' una valutazione serena da parte dei genitori.
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