"Permettere ai corner dei supermercati e alle parafarmacie di vendere anche i farmaci con ricetta medica significherebbe stravolgere il sistema attuale e privare della farmacia gli abitanti dei piccoli centri, mentre l'indagine presentata oggi dall'Unione Nazionale Consumatori indica che i cittadini vogliono, e oggi hanno, la farmacia dove serve". Cosi' il presidente di Federfarma Nazionale Annarosa Racca: "Oggi - continua Annarosa Racca - il titolare di una piccola farmacia fa mille sacrifici, pur di maturare un punteggio per poter vincere, a concorso, una sede migliore. Chi potrebbe costringerlo a continuare a rimanere li', a garantire il servizio, sapendo che potrebbe aprire un esercizio farmaceutico in un grande centro urbano ed essere presto equiparato a una farmacia vera e propria? In quel caso gli abitanti dei piccoli centri, e in particolare gli anziani, rimarrebbero senza farmacia".
"Si parla tanto dei problemi delle parafarmacie, esercizi collocati nelle zone commercialmente piu' redditizie e di proprieta', per la maggior parte, di societa' di capitale o di gruppi commerciali - osserva Alfredo Orlandi, presidente Sunifar (farmacie rurali) - Nessuno sembra preoccuparsi dei cittadini delle zone rurali e, in particolare, di quel milione e trecentomila persone che abita nei 2.000 comuni con meno di 1.500 abitanti che, in caso di liberalizzazione, rimarrebbe senza farmacia. Questo perche' i titolari delle piccole farmacie rurali, che oggi garantiscono il servizio con grande sacrificio, 24 ore su 24, di notte e nei giorni di festa, in caso di liberalizzazione sarebbero i primi ad andarsene, per trasferirsi nelle zone piu' ricche e tenere aperto solo negli orari piu' redditizi".
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