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In farmacia crolla il baby food: meglio internet e la grande distribuzione. Male anche l’autocura, stabile la cosmesi

Farmacia Redazione DottNet | 09/05/2011 17:44

Non è più la farmacia il regno delle pappe per i bebé. Sul fronte del baby-food vincono Internet e la Grande distribuzione organizzata. La nuova generazione di mamme 'internaute', in fuga dalle boutique del farmaco, si rivela la spina nel fianco delle 17 mila farmacie italiane, contribuendo a una crisi generale di vendite nel settore dietetici (-2,7% in termini di volumi). Oggi il latte si ordina online dalla Germania per risparmiare, per gli omogeneizzati si sceglie il fai-da-te e si fa incetta di semolino, crema di riso e biscotti negli ipermercati, se non nei discount. Così il giro d'affari del baby-food in farmacia è al collasso: basti pensare che nel 2003 il giro d'affari era di 383 milioni di euro e oggi, con 187 milioni di euro, non arriva neanche alla metà.

Le confezioni vendute sono sempre di meno: i latti per infanzia perdono il 5,7% in termini di volumi, gli omogeneizzati il 7,6%, i cereali il 7,5%, i biscotti il 7,9%, le bevande il 10,5%. Il baby-food è il capitolo più nero per il settore dei dietietici che oggi per le farmacie vale 470 milioni di euro. Reggono il colpo invece i prodotti dimagranti che hanno mostrato performance brillanti nel 2010. Gli italiani entrano in farmacia se vogliono perdere peso e i prodotti per dimagrire schizzano sia in termini di volumi (+15,4%) che in termini di valori (+9,7%), per un giro d'affari di 13 milioni di euro. Bene anche gli alimenti per celiaci (+1,9% dei volumi).Ma, allargando il campo anche al core business delle farmacie, la situazione è molto più complessa: le porte non ancora chiuse alla crisi, le speranze per un 2011 più grintoso e l'eredità lasciata dal 2010, anno in cui i farmaci con ricetta sono cresciuti più nei consumi che non nella spesa (grazie anche alla scalata dei generici) e il settore dell'autocura e dei dietetici sono risultati in caduta libera, vittime della competizione di altri canali di vendita.

Il punto i professionisti del farmaco lo faranno a Bologna dal 13 al 15 maggio, in occasione del consueto appuntamento con Cosmofarma, la mostra di prodotti e servizi per la salute, il benessere e la bellezza in farmacia.Si punta a concentrarsi sui settori merceologici vincenti, a ripensare quelli in evidente crisi e a cogliere le opportunità del mercato.
Perché se è vero che i farmaci con ricetta restano colonna portante, rappresentando il 66,6% del mercato (nel 2009 era il 67,3%) per un valore di 17,2 miliardi, è anche vero che si fanno strada i prodotti non registrati, in crescita del 5,1%: si parla di un giro d'affari di 6,6 miliardi. Non naviga in buone acque l'autocura. Cala del 4,3% il numero di confezioni vendute (siamo a quota 292,5 milioni) e il valore del mercato è di poco sopra i 2 miliardi (-0,1% rispetto al 2009). Passando alla lente d'ingrandimento l'andamento delle vendite, spicca il riscatto dei generici (+5,6% a valori): l'effetto è che, pur aumentando il numero di ricette staccate nel 2010 (e quindi le vendite in quantità), diminuisce il fatturato globale del mercato etico. Oggi ogni 3 medicinali comprati in farmacia uno è un equivalente. Il mercato dei generici vale 1,7 miliardi di euro, e i volumi di vendita sono in crescita dell'8,3%. Stabile il settore dei cosmetici, anche se sembra essersi esaurita la fase di boom registrato negli anni 2005-2007: i prodotti di bellezza sono il 7,4% del mercato delle farmacie e valgono 1,9 miliardi (+2,7% rispetto al 2009). Hanno superato i farmaci di autocura, arretrati al 7,9% del mercato, gli altri Otc che sono a quota 8,6%, mentre i parafarmaci si attestano al 7,7% del mercato. Clicchi qui per essere informato.

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