Possono rappresentare il futuro e nuove opportunita' terapeutiche per molte malattie, sono gia' utilizzati per curare 350 milioni di pazienti nel mondo, ma in Italia sono ancora poco conosciuti: si tratta dei farmaci biotecnologi. Un comparto che nel nostro Paese si e' sviluppato negli ultimi 20 anni con risultati promettenti, ma su cui pero' molti italiani hanno informazioni parziali e frammentarie. A fare il punto sulla situazione e' stata la Farmindustria, con un seminario sul tema. Dai dati presentati e' emerso che nel mondo i farmaci biotecnologici sono pari al 40% dei prodotti registrati in commercio e al 50% di quelli in sviluppo.
Il livello di conoscenza sui farmaci biotecnologici, tuttavia ''è inadeguato non solo nella popolazione, ma anche tra una parte di medici'', come spiega Bruno Dallapiccola, genetista e direttore scientifico dell'ospedale Bambino Gesù. ''Tra gli stessi medici - accusa Dallapiccola - c'e' un po' di paura quando parla il genetista''. C'è una mancanza di ''informazione corretta - continua - anche perche' i ricercatori o non sanno comunicare i risultati del loro lavoro in modo appropriato o li usano per mettersi in mostra, come dimostra ad esempio la prossima commecializzazione in Inghilterra di un test che misura quanto resta da vivere. Se questi risultati non si spiegano in maniera corretta e non sensazionalistica, si rischia di creare confusione e ansie nella popolazione''. Vi e' quindi la necessita' ''di un'alleanza - conclude il genetista - tra mondo della ricerca e comunicazione per diffondere informazioni corrette e non sensazionalistiche''. Le applicazioni dei farmaci biotecnologici vanno da malattie genetiche, infezioni virali, leucemie a rigetto dei trapianti, vaccini e alcuni tipi di tumore. Anche in Italia, nonostante alcune criticita' congiunturali, il settore e' in crescita per gli investimenti in ricerca, fatturato, numero di imprese e addetti.
Via libera da Aifa, riduce i sintomi intestinali senza l'uso di steroidi
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La dose giornaliera del farmaco contro il diabete ha preservato la cognizione e ritardato il declino di alcuni tessuti
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