"I redditi più frequenti tra i medici e i dentisti di 35 anni - non dipendenti - oscillano tra i 20 e i 24 mila euro all'anno, cioè quanto un operaio dell'industria di quarto livello. La conseguenza è che oggi i libero-professionisti appena entrati nel mercato del lavoro stanno mettendo da parte per la loro pensione molto meno di quanto facciano i loro coetanei che lavorano nell'industria". A scattare la fotografia è l'Enpam, la cassa pensionistica dei medici e dei dentisti italiani, che ha organizzato un convegno sul futuro previdenziale dei giovani professionisti.
L'evento - promosso dall'Adepp, l'Associazione di tutte le casse previdenziali private italiane - è inserito all'interno dell'iniziativa 'Un giorno per il futuro', voluta dai ministeri del Lavoro e dell'Istruzione. L'Enpam fornisce quindi ai giovani medici qualche consiglio per assicurarsi una vita post-lavorativa dignitosa. "E' necessario - spiega l'ente - che i giovani si organizzino fin da subito per costruirsi una pensione adeguata. Diverse iniziative possono essere prese da loro stessi (ad esempio scegliere di pagare contributi più elevati rispetto ai minimi obbligatori, aderire a fondi di previdenza complementare, eccetera), ma altre, per quanto riguarda chi si appresta a cominciare una libera professione, necessitano di un intervento legislativo. Un esempio sono i riscatti di laurea. "Dal 2008 - spiega l'Enpam - possono fare riscattare gli anni di studio anche i neo-laureati che non hanno ancora cominciato a lavorare. I contributi in questo caso possono essere detratti, per esempio, dai genitori. Tuttavia, questa opportunità di riscatto non è offerta a chi - come i giovani medici - è iscritto a forme di previdenza obbligatoria". Complicazioni ci sono anche per le altre categorie. "Per il neo-laureato che riscatta gli studi all'Inps - sottolinea l'Enpam - si pone il problema del successivo trasferimento di questi contributi presso la propria cassa professionale. Per permettere effettivamente il riscatto precoce anche a chi è (o sarà) soggetto alle casse professionali è necessario, quindi, che il Governo intervenga con apposite misure.
Se il medico o l’odontoiatra dipendente, a 65 anni di età, ha raggiunto il diritto alla pensione (cioè ha 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva più tre mesi di finestra se uomo e 41 anni e 10 mesi se donna), deve essere collocato a riposo
Quando ad essere accentrati sono periodi contributivi particolarmente lunghi, il costo può diventare importante e divenire un deterrente spesso insuperabile
L’integrazione, in Enpam, è curata dal Servizio Trattamento Giuridico e Fiscale delle Prestazioni, dell’Area della Previdenza.
Il cedolino è già disponibile, mentre i pagamenti partiranno a inizio mese
Se il medico o l’odontoiatra dipendente, a 65 anni di età, ha raggiunto il diritto alla pensione (cioè ha 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva più tre mesi di finestra se uomo e 41 anni e 10 mesi se donna), deve essere collocato a riposo
Quando ad essere accentrati sono periodi contributivi particolarmente lunghi, il costo può diventare importante e divenire un deterrente spesso insuperabile
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