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Il bugiardino? È superato per gran parte degli italiani

Farmaci Redazione DottNet | 10/10/2008 15:01

Quasi otto italiani su 10 leggono il foglietto illustrativo prima di assumere un farmaco ma lo strumento non piace più e la stessa percentuale chiede informazioni sui medicinali di tipo istituzionale: pubblicazioni da parte del ministero o di un altro organismo pubblico.

In occasione del 63/o Congresso nazionale dei medici della Fimmg arriva il quadro delle abitudini e dei bisogni degli italiani di fronte ai farmaci con uno studio focalizzato proprio sulle necessità di maggiori informazioni che arrivano dagli stessi malati. Il 41% della popolazione si informa regolarmente sui temi della salute e ancora una volta arriva la conferma che sono proprio le donne a portare in famiglia il maggior contributo di notizie, leggendo quotidiani e inserti specializzati e seguendo trasmissioni radio-televisive. Ma lo studio rivela anche che esiste una quota di popolazione del Bel Paese, all'incirca il 30%, che non si interessa mai o raramente ai temi della salute e all'interno di questa quota ci sono soprattutto uomini, giovani o persone con bassa scolarità.

Sulla questione farmaci gli italiani sembrano avere le idee chiare almeno su un punto: l'informazione da preferire è quella istituzionale e sette su 10 si dicono pronti a leggere un libro o un sito se il ministero della Salute o un altro organismo pubblico lo rendesse disponibile. ''I medici di famiglia negli ultimi anni hanno sperimentato una crescente domanda d'informazione dei pazienti - ha detto Giacomo Milillo, segretario nazionale della Fimmg - e noi sosteniamo l'importanza di trovare una soluzione efficace al problema dell'autorevolezza e della qualità delle fonti di informazioni attraverso un meccanismo di selezione e controllo pubblico''.
Anche le aziende farmaceutiche ritengono superato il foglietto illustrativo nelle scatole dei farmaci per informare i cittadini sul prodotto. Troppo lungo, scritto in modo troppo piccolo, resiste alle continue proposte di cambiamento, colpa, spiega il presidente di Farmindustria, Sergio Dompè, della rigidità delle norme. Il presidente delle Aziende farmaceutiche italiane condivide la richiesta di una comunicazione istituzionale ai cittadini. ''Siamo noi i primi a chiederla - ha detto - il foglietto non risponde alle reali esigenze segnalate dai pazienti. Credo sarebbe meglio limitare le notizie alle informazioni che veramente servono ai malati, come quelle sui pericoli, lasciando gli aspetti tecnici nella scheda che deve essere nelle mani dei medici''.

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