Nell’ambito del X Congresso Nazionale SIES (Società Italiana di Ematologia Sperimentale), tenutosi a Bari dal 24 al 26 settembre, sono stati presentati i promettenti risultati di alcuni studi su Bendamustina. I nuovi dati estremamente incoraggianti offrono nuove speranze per i pazienti colpiti da leucemia linfatica cronica e linfomi non Hodgkin indolenti.
Nell’ambito del simposio “Farmacoresistenza e nuove strategie terapeutiche nei Linfomi non Hodgkin indolenti (LNH) e nella Leucemia Linfatica Cronica (LLC)”, il professor Mathias Rummel dell’Università di Giessen e il professor Clemens Wendtner, dell’Università di Colonia, hanno illustrato l’esperienza tedesca con Bendamustina nei LNH e nella LLC, evidenziando l’efficacia del farmaco, unita ad un basso profilo di tossicità.
In particolare, Rummel si è soffermato sulla disamina dei dati dello studio che confronta il trattamento considerato il gold standard nella cura dei LNH indolenti (CHOP-Rituximab) con l’associazione Bendamustina-Rituximab, sottolineando come, a fronte di un’efficacia sovrapponibile tra i due trattamenti, l’associazione di Bendamustina e Rituximab sia in grado di limitare notevolmente la tossicità, soprattutto non ematologica. Clemens Wendtner ha presentato invece i dati sulla LLC, dove Bendamustina compete con i trattamenti di riferimento, con una tossicità notevolmente ridotta.
“Disporre di nuovi farmaci per la cura di patologie importanti e diffuse quali LNH e LLC - ha commentato il professor Sergio Amadori, Presidente della Società Italiana di Ematologia - è estremamente importante, soprattutto per la natura e la prevalenza di tali patologie, che spesso cronicizzano e richiedono molteplici linee di trattamento.
Sono un antiepilettico e un farmaco per il colesterolo che insieme sono in grado di modificare la biologia del tumore e potenziare l'effetto della chemioterapia
Dal melanoma al seno. Da studiare il fenomeno della resistenza in certi pazienti
Ricercatori di IEO e dell’Università degli Studi di Milano scoprono come farmaci già in uso possono essere potenzialmente efficaci contro tumori con una diffusa anomalia genetica
I nuovi dati dello studio MARIPOSA, presentati alla World Conference on Lung Cancer 2024, hanno confermato una superiorità clinica a lungo termine della terapia amivantamab più lazertinib rispetto alla monoterapia con osimertinib
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