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Glioblastoma, un vaccino raddoppierà la sopravvivenza

Oncologia Redazione DottNet | 04/06/2011 19:35

Potrebbe raddoppiare o addirittura anche triplicare la sopravvivenza ad una grave forma di tumore al cervello, il glioblastoma, grazie a un vaccino ancora in fase sperimentale, il cui studio e' stato presentato al Congresso della Societa' americana di oncologia clinica (Asco) in corso a Chicago.
Le speranze contro questo tipo di tumore arrivano dal vaccino HSPP-96, messo a punto dalla University of California e prodotto utilizzando cellule degli stessi malati. Si e' infatti dimostrato efficace raddoppiando ed in alcuni casi triplicando (da 3-5 mesi a 11 mesi) la sopravvivenza di pazienti colpiti da glioblastoma recidivo.
'I risultati sono molto positivi per i pazienti colpiti da questa forma di cancro al cervello - ha affermato il ricercatore coordinatore dello studio, Andrew Sloan - e questo vaccino e' una delle poche immunoterapie per pazienti con recidive di glioblastoma. Questi risultati incoraggianti aprono ora la strada alla successiva fase 3 di sperimentazione'.
 

Per determinare il vaccino HSPPC-96 si isola una particolare proteina che fa parte del sistema immunitario del paziente. La proteina estratta dal tumore dello stesso malato viene quindi re-iniettata al paziente insieme ad un farmaco che ne potenzia gli effetti. Il vaccino viene somministrato per 5 settimane una volta effettuato l'intervento chirurgico per l'asportazione del tumore.
'Il vaccino e' fatto delle cellule dello stesso paziente e quindi tiene conto delle particolarita' del tumore di quel soggetto.

E' un passo fondamentale - ha concluso Sloan - verso la medicina personalizzata'.
Anche gli esperti italiani accolgono con interesse lo studio presentato al Congresso dell'Asco, sottolineando come il vaccino contro il glioblastoma rappresenti un notevole passo avanti.
'Fino a pochi anni fa - ha sottolineato il presidente dell'associazione italiana di oncologia medica Aiom Carmelo Iacono - alcune forme di tumore erano definite orfane poiche' non esisteva alcuna forma di terapia o farmaco.

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Oggi fortunatamente possiamo dire che tumori orfani non ve ne sono, anche se per alcune forme di neoplasia la strada per la cura e' ancora difficle'. Nel caso del glioblastoma, ha spiegato Iacono, si tratta di un notevole passo avanti che applica il principio della medicina personalizzata.
Anche per l'oncologo Paolo Marchetti, dell'Universita' La Sapienza di Roma, si tratta di traguardi non trascurabili: 'e' vero che quando si parla di aumento di sopravvivenza per forme tumorali gravi, si tratta di periodi pari a pochi mesi o settimane, ma questo rappresenta l'inizio di un cammino, e' una premessa positiva, soprattutto - conclude l'esperto - se si tratta di tumori fino a pochi anni fa privi di cure specifiche'.

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