Le organizzazioni sindacali della dirigenza medica, veterinaria, sanitaria e amministrativa che rappresentano oltre 150 mila dipendenti del SSN hanno proclamato lo stato di agitazione delle categorie e convocato gli stati generali della sanità entro il mese di luglio a Roma. Le organizzazioni sindacali, si legge in una nota, intendono così protestare contro la manovra economica del Governo che "penalizza il Servizio sanitario nazionale e i professionisti che in esso operano peggiorando la qualità e quantità di servizi erogati ai cittadini e non escludono il fermo di tutto il settore".
Le organizzazioni sindacali della dirigenza del Ssn chiederanno ai colleghi di medicina generale, ai pediatri di libera scelta, agli specialisti ambulatoriali e ai medici dell'ospedalità privata "di concordare forme unitarie di protesta per testimoniare l'unità della categoria di fronte al tentativo ormai palese di smantellare il servizio sanitario pubblico e nazionale con prevedibili e gravi ricadute sulla tutela della salute dei cittadini". Il 'conto' per il pareggio di bilancio nel 2014 è salato. Sfiora i 50 miliardi. Tra maggiori entrate, tra cui la mazzata da 8,8 miliardi per il bollo sul 'conto titoli', e risparmi di spesa è questo il valore reale della manovra presentata dal governo. Correggerà il 'deficit' per oltre 43 miliardi nei prossimi 4 anni e finanzierà per circa 6 miliardi spese e appostamenti di fondi nel biennio 2011-2012. A fotografare l'impatto della manovra pluriennale sono le tabelle che accompagna il decreto. Complessivamente peserà sulla sanità per 7,5 miliardi, sui ministeri per 11 miliardi, sulle pensioni per 3,8 miliardi e sugli enti locali per altri 9,6 miliardi. Sicuramente di minore è invece l'impatto dei tagli sui costi della politica. Hanno tre zero in meno delle altre grandi cifre: 7,7 milioni l'anno di tagli ai finanziamenti dei partiti a partire dal 2013. Un'illustrazione coerente delle misure da parte del Governo è invece slittata, nonostante una convocazione in pompa magna alla quale erano prevista la presenza di cinque ministri: Tremonti, Sacconi, Brunetta, Romani e Calderoli. La motivazione ufficiale fa riferimento al maltempo: un acquazzone che ha attraversato velocemente l'Italia e ha costretto alcuni ministri ad atterrare in scali diversi da quelli romani. Ma certo potrebbero aver pesato anche l'attesa per la firma dal Quirinale e anche la presenza della norma che avrebbe impatto sul Lodo Mondadori - con la condanna civile a pagare 750 milioni di rimborso in primo grado - sulla quale solo nel pomeriggio il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha annunciato una retromarcia.
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