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Sorveglianza sanitaria, ecco le funzioni del “medico competente”

Sanità pubblica Silvio Campione | 10/07/2011 19:12

Dai rischi generici a quelli organizzativi. Sono diverse le fattispecie individuate dalla normativa sulle quali occorre garantire la sorveglianza sanitaria attraverso la figura del 'medico competente'. Al datore di lavoro spetta attivare la sorveglianza sanitaria, e quindi nominare il medico competente ed indicare il suo nominativo nel documento di valutazione dei rischi. Vediamo nella scheda che segue le diverse fonti di rischio:

 

- Rischi generici: sono i rischi più comuni, che riguardano ambienti di lavoro, impianti elettrici, attrezzature e macchinari.

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- Rischi ergonomici: derivanti dalle posture di lavoro adottate per lungo o breve periodo. In particolare lavori svolti con videoterminali in modo sistematico e abituale.

- Rischi specifici: derivanti dal processo produttivo dell'azienda in cui si utilizzano materiali o lavorazioni specifici. In particolare lavori eseguiti a contatto con prodotti chimici, in presenza di rumori, vibrazioni e radiazioni.

- Rischi di processo: derivano dalla possibilità di incidenti o malfunzionamenti nell'ambito dei processi lavorativi. Si classificano tali il pericolo di incendio, propagazione di energia termica, esplosione, emissione di sostanze tossiche oltre i limiti di legge.

- Rischi organizzativi: derivanti da errori del personale, da chi ricopre ruoli di responsabilità per tutelare l'integrità fisica propria e altrui. Le cause degli incidenti possono essere dovute a scarsa professionalità, superficialità nello svolgimento delle mansioni, approssimazione nell'esecuzione, nelle verifiche e nei controlli degli standard di sicurezza.

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