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Federalismo, via i governatori con deficit nella sanità

Sanità pubblica Redazione DottNet | 27/07/2011 18:05

La Commissione Bicamerale per il Federalismo ha approvato il decreto legislativo con premi e sanzioni per regioni ed Enti locali, provvedimento che tra l'altro prevede la rimozione dei governatori che non riescono a rispettare i piani di rientro dal deficit sanitario. A favore del decreto hanno votato la maggioranza e Idv, mentre Pd e Terzo polo si sono astenuti. Il provvedimento è stato modificato rispetto al testo originale, accogliendo gli emendamenti predisposti congiuntamente dai due relatori, Enrico La Loggia (PdL) e Antonio Misiani (Pd), nonché alcune altre modifiche più di dettaglio presentate da un po' tutti i gruppi.

Queste modifiche non sono state però considerate sufficienti al Pd e al Terzo Polo per votare a favore. Le opposizioni stamani hanno tentato di arrivare ad un pronunciamento unanime, con parte del Pd orientato a votare contro, seguendo la linea di Vasco Errani. A fronte del Terzo polo che invece ha deciso l'astensione, il Pd si è orientato tutto verso la stessa posizione, mentre Idv ha optato per il sì ritenendo al contrario soddisfacenti le modifiche. "Sono anni che invochiamo premi a chi fa sana amministrazione e sanzioni a chi governa male", ha detto Felice Belisario.

Quanto alle affermazioni delle Regioni per le quali il decreto è incostituzionale, Belisario ha commentato: "questo lo deciderà la Corte costituzionale. Però ci sono molte regioni commissariate per la sanità e non si può andare avanti così in eterno". Gianluca Galletti (Udc) ha definito "del tutto insufficiente" il decreto perché "manca un sistema di controllo imparziale" su Regioni ed Enti Locali", anche perché "con i tagli del governo essi non saranno in grado di erogare servizi ai cittadini".

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E' stato evitato il "no" del Terzo Polo perché "il principio" del decreto, cioé premi e sanzioni, è condivisibile. "Noi condividiamo l'obiettivo di prevedere premi e sanzioni efficaci - ha spiegato Antonio Misiani (PD) - però il decreto é migliorabile; in molti punti le soluzioni sono deboli e fragili". E poi c'é una obiezione di fondo, costituita dai tagli della manovra a Regioni ed Autonomie locali: "esse pregiudicano il lavoro sul federalismo svolto in questi mesi. La manovra fa sì che il federalismo sia al capolinea". Diverso il parere di Enrico La Loggia: "é un decreto di grandissimo rilievo, che segna la norma di chiusura del federalismo fiscale: introduciamo la responsabilità degli amministratori di governare con il buon senso del padre di famiglia, e sanzioni verso chi non tiene i conti in ordine".

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