Sia i parlamentari Pdl che l'opposizione hanno presentato emendamenti sulla liberalizzazione delle farmacie, in particolare con norme a favore dei titolari di parafarmacie, che diventerebbero farmacie non convenzionate, in cui è libero il prezzo della vendita dei medicinali, a eccezione della fascia C, cioè dei farmaci distribuiti sotto prescrizione. L'emendamento presentato per il Pdl, dal senatore Filippo Picone, prevede che per la trasformazione di una para-farmacia in una farmacia non convenzionata debba essere pagata una tassa di concessione una tantum di 300mila euro. Considerato che le parafarmacie italiane sono almeno 3 mila, la vendita delle licenze permetterebbe di recuperare fino a un miliardo di euro.
''Sono sicura che il governo, che tiene alla salute dei cittadini, non prendera' in considerazione gli emendamenti perche' scardinano il sistema farmaceutico italiano, il migliore al mondo''. Annarosa Racca, presidente di Federfarma, l'associazione che riunisce i titolari di farmacia, accoglie cosi' la notizia della presentazione di una serie di emendamenti alla manovra che puntano a trasformare oltre tremila parafarmacie in vere e proprie farmacie in modo da recuperare un miliardo di euro per le casse dello Stato. La proposta, in particolare, prevedrebbe un esborso volontario di circa 300 mila euro per ciascun esercizio per ottenere una licenza sulla vendita dei farmaci. Gli emendamenti presentati sarebbero 4 e prevedono l'istituzione della farmacia non convenzionata in cui pero' sarebbe vietata la vendita dei farmaci di fascia C, a carico del cittadino. Disposizioni su cui Agnese Antonaci, vice presidente del Movimento nazionale liberi farmacisti (Mnlf), si dice ''perplessa'' per la ''poca chiarezza''. ''Mi chiedo - osserva - se l'obiettivo di questi emendamenti e' istituire le farmacie non convenzionate da affiancare a quelle convenzionate, oppure di trasformare le parafarmacie in farmacie. Nel primo caso le parafarmacie, diventando farmacie non convenzionate, dovrebbero essere messe nella condizione di vendere, oltre ai farmaci da banco, tutti i farmaci che il cittadino e' disponibile a pagare di tasca propria, quindi anche quelli a suo carico''. Antonaci pensa in particolare ''a un sistema concorrenziale con dei prezzi di riferimento dei farmaci e possibilita' di ribasso, che e' la nostra battaglia. In questo senso condivido il contributo di 300 mila euro che dovrebbe versare ciascun esercizio''. Nettamente contraria, Antonaci, sull'eventualita' di una trasformazione delle parafarmacie in farmacie tout cour: ''non vogliamo entrare nella casta e nella lobby delle farmacie''. Soddisfazione, invece, da parte del Forum nazionale parafarmacie. ''Dei 4 emendamenti - chiede il presidente del Forum, Giuseppe Scioscia - ne passi almeno uno tra quelli del Pd e Idv per la vendita della fascia C, che auspichiamo da mesi; e tra quelli del Pdl per la nascita della 'Farmacia Non Convenzionata', nostro principale obbiettivo. Una possibile trasformazione delle parafarmacie esistenti in ''Farmacie'', non ci vede contrari e risolverebbe i nostri problemi. Speriamo ora non intervengano i 'soliti' amici delle lobby, che hanno gia' presentato il DDL863 in Senato e che da anni ostacolano una reale soluzione del nostro problema''. L'Mnlf ricorda che la sola liberalizzazione dei farmaci da banco e la nascita delle parafarmacie ha prodotto in 5 anni 1,6 miliardi di risparmi per i cittadini, 3.616 nuove aziende (di cui l'85% di proprieta' di giovani farmacisti o ex dipendenti di farmacia) e 7.470 nuovi posti di lavoro. Continuare su questa strada liberalizzando anche i farmaci non a carico dell'Ssn, secondo il Movimento, potrebbe produrre ulteriori risparmi per 401 milioni l'anno, 3.500/4000 nuove aziende, 8/9000 posti di lavoro e 700 milioni d'investimenti.
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