Le nuove ricerche dell'Universita' di Siena e dell'Universita' belga di Leuven, partner nel VII Programma Quadro della Comunita' Europea, aprono nuove prospettive nella realizzazione di tecniche e farmaci per combattere la diffusione del virus Hiv. I risultati parziali dei loro studi sono in corso di esposizione convegno internazionale sulle prospettive della cura all'Aids ''4th ICRI - International Conference on Retroviral Integration'', che raduna da ieri fino al 7 ottobre circa 150 tra i piu' rinomati ricercatori di tutto il mondo. Entrambi gli studi si basano sull'integrasi, ''una particolare proteina che entra nel nucleo e integra il dna virale col dna della cellula - spiega il professor Maurizio Botta, membro del comitato organizzatore dell'evento e preside della facolta' di Farmacia dell'Universita' di Siena -: per impedire l'integrazione sono necessarie nuove molecole in grado di inibire l'attivita' di questo enzima attraverso la creazione di nuovi farmaci che bloccano cosi' il ciclo vitale dell'Hiv''.
Il professor Botta presenta per l'occasione le sue conclusioni sull'applicazione di tecniche computazionali e l'utilizzo della sintesi organica per la progettazione e la sintesi di nuovi inibitori dell'enzima integrasi. Il professor Zeger Debyser dell'Universita' di Leuven invece individua un nuovo bersaglio nello sviluppo di farmaci contro l'Hiv, la proteina Ledgf, che agisce come cofattore dell'integrasi, facilitandone l'ancoraggio alla cromatina. Tra le nuove ricerche e i piu' recenti esiti per lo sviluppo di nuovi farmaci che colpiscano l'integrasi e i suoi cofattori, sul tavolo anche i risultati della molecola Isentress, prodotta dalla Merck, approvata nel 2007 per l'uso in terapia. ''Uno dei grandi problemi nella cura dell'Aids e' l'emergenza di ceppi virali resistenti ai farmaci che si utilizzano - spiega Botta -.
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