Se e' vero che conoscere una malattia e' il primo passo per prevenirla efficacemente, il tumore al seno dovrebbe avere i giorni contati. Il 99% delle donne conosce le pratiche di diagnosi precoce, il 75% pratica l'autopalpazione e l'85% fa la mammografia. Sono dati rincuoranti quelli contenuti in un'indagine Ispo, realizzata per AstraZeneca su 800 donne over 40. Le italiane, dice l'indagine, ''credono nelle potenzialita' della ricerca medica, nei farmaci e nei consigli degli oncologi.
E la ristretta cerchia familiare rappresenta l'ambito in cui chi ha vissuto da vicino una esperienza di malattia ha trovato maggiore facilita' nel parlare della propria condizione: il partner viene citato da circa il 30% dei casi, seguito dai parenti piu' stretti come genitori e fratelli (26%)''. I figli, invece, ''rappresentano un ostacolo psicologico molto forte: oltre il 40% delle donne dichiara che sono proprio loro i famigliari con cui e' stato piu' difficile parlare della malattia''. Sempre piu' rilevante, poi, il rapporto con lo specialista: ''Il medico e' una medicina in se' stesso - ha detto Sandro Barni, direttore dell'Oncologia all'ospedale di Treviglio (Bergamo) - di fronte ad una diagnosi di tumore al seno la paura e' l'elemento predominante, e la paziente ha bisogno di un punto di riferimento che senta partecipe, interessato, vicino''.
Sono un antiepilettico e un farmaco per il colesterolo che insieme sono in grado di modificare la biologia del tumore e potenziare l'effetto della chemioterapia
Dal melanoma al seno. Da studiare il fenomeno della resistenza in certi pazienti
Ricercatori di IEO e dell’Università degli Studi di Milano scoprono come farmaci già in uso possono essere potenzialmente efficaci contro tumori con una diffusa anomalia genetica
I nuovi dati dello studio MARIPOSA, presentati alla World Conference on Lung Cancer 2024, hanno confermato una superiorità clinica a lungo termine della terapia amivantamab più lazertinib rispetto alla monoterapia con osimertinib
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