Nessuna preoccupazione per le donne in gravidanza che si sono sottoposte a chemioterapia, il trattamento non nuoce il bambino, è quanto suggerisce una nuova ricerca condotta in Europa. Scienziati in Belgio, Repubblica ceca e Paesi Bassi hanno scoperto che lo sviluppo dei processi cognitivi dei bambini e la funzionalità cardiaca restano inalterati. I risultati dello studio sono stati presentati al Congresso europeo multidisciplinare sul cancro a Stoccolma, in Svezia.
47 dei 70 bambini inglobati nel trial sono nati prematuri, questo, piuttosto che la chemioterapia ha influenzato lo sviluppo cognitivo. Lavorando insieme ai colleghi della Repubblica Ceca e dei Paesi Bassi, il professor Amant ha cominciato a selezionare bambini per lo studio nel 2005. I bambini erano nati nei periodi che vanno dal 1991 al 2004 e dal 2005 al 2010 e avevano un'età compresa tra i 18 mesi e i 18 anni. Il team ha visitato i bambini alla nascita e poi di nuovo all'età di 18 mesi, 5 - 6 anni, 8 - 9 anni, 11 - 12 anni, 15 - 16 anni e 18 anni. Gli scienziati hanno tenuto sotto controllo la salute dei bambini per un periodo di 2 anni: alcuni bambini sono stati controllati anche fino a 18 anni. Durante la gravidanza, le 68 donne cui erano state diagnosticati diversi tipi di cancro sono state curate con chemioterapia, da sola o in associazione a radioterapia o chirurgia o a entrambe.
Sono un antiepilettico e un farmaco per il colesterolo che insieme sono in grado di modificare la biologia del tumore e potenziare l'effetto della chemioterapia
Dal melanoma al seno. Da studiare il fenomeno della resistenza in certi pazienti
Ricercatori di IEO e dell’Università degli Studi di Milano scoprono come farmaci già in uso possono essere potenzialmente efficaci contro tumori con una diffusa anomalia genetica
I nuovi dati dello studio MARIPOSA, presentati alla World Conference on Lung Cancer 2024, hanno confermato una superiorità clinica a lungo termine della terapia amivantamab più lazertinib rispetto alla monoterapia con osimertinib
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