La sanita' italiana ha gia' pagato un prezzo altissimo alla crisi negli ultimi anni, tra tagli alla spesa e introduzione dei ticket. Ora e' arrivato il momento di dire basta e di trovare risorse per evitare che il sistema "collassi definitivamente". Ma per farlo e' necessario garantire l'autonomia e l'indipendenza del ministero della Salute, evitando quell'accorpamento con il ministero del Welfare, ipotesi al vaglio dell'imminente Governo targato Monti, che di fatto priverebbe il servizio sanitario nazionale del suo principale organo di garanzia.
A chiederlo a gran voce e' l'intero comparto sanitario, dai sindacati medici alle associazioni fino alle aziende ospedaliere, tutti preoccupati che gli interventi economici 'draconiani' paventati in questi giorni possano avere "ricadute drammatiche, ancora una volta, sul settore della salute". "Il rischio principale e' che si porti avanti l'ulteriore taglio di 8 miliardi (dopo i 4 mld gia' tagliati con le precedenti manovre), insostenibile per garantire i livelli essenziali di assistenza (lea) anche per le Regioni cosiddette virtuose", spiega il segretario della Fp-Cgil Massimo Cozza, preoccupato che i tagli previsti per il prossimo anno dalla Manovra economica possano essere anticipati da un nuovo Governo gia' a fine anno. "Unito ai tagli al sociale gia' programmati e al forte pericolo di ticket per le prestazioni ospedaliere - prosegue Cozza - si rischia di allontanare sempre più' i cittadini dal servizio pubblico". Preoccupazione fondata anche per Costantino Troise, segretario dell'Anaao-Assomed: "la sanita' e' stata gia' troppo penalizzata nelle precedenti manovre, il rischio vero a questo punto e' l'esistenza stessa di un sistema sanitario pubblico e nazionale, dove a prescindere dal luogo di residenza tutti dovrebbero avere le stesse chance di cura".
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