Un piccolo trial presentato di recente a Milano al congresso della Società europea di oncologia ginecologica (ESGO) mostra che più della metà delle pazienti con una recidiva di tumore all'endometrio hanno tratto beneficio dal trattamento con una terapia ormonale più un inibitore di mTOR. Infatti, nel sottogruppo delle pazienti con tumori endometrioidi, due terzi di esse hanno mostrato una risposta obiettiva (riduzione della massa tumorale) o una stabilizzazione della malattia stabile grazie a una combinazione di letrozolo ed everolimus. Presentando lo studio, Brian Slomovitz, dell’Atlantic Health System di Morristown (New Jork) ha detto che "la combinazione di everolimus e letrozolo ha mostrato un tasso di beneficio clinico (CBR) incoraggiante nelle pazienti pretrattate con una recidiva del cancro dell'endometrio e la combinazione è stata ben tollerata”. Ma il ricercatore ha anche aggiunto che sono necessari altri studi per valutare meglio il ruolo dell’inibizione di mTOR nel superare la resistenza ormonale. Attualmente, secondo le linee guida del National Comprehensive Cancer Network, le opzioni disponibili per la terapia sistemica del carcinoma endometriale recidivato comprendono più agenti ormonali e citotossici. “Ma queste linee guida” ha puntualizzato Slomovitz “non raccomandano al momento nessuna targeted therapy, il che evidenzia la necessità di valutare nuovi approcci”.
La biologia del carcinoma endometriale suggerisce che i farmaci appartenenti alla classe degli inibitori di mTOR potrebbero avere un ruolo positivo nell’ambito delle terapie sistemiche antitumorali. Infatti, ben il 60% dei tumori dell'endometrio presenta mutazioni del gene oncosoppressore PTEN e studi su topi privati di questo gene hanno dimostrato che tutti gli animali sviluppavano iperplasia endometriale e il 40% di essi un vero e proprio carcinoma dell'endometrio. La perdita del gene PTEN attiva la proteina mTOR e, di conseguenza, stimola il ciclo cellulare, l'angiogenesi e l'assorbimento dei nutrienti, tutti fenomeni essenziali per lo sviluppo e la progressione del tumore. Non solo. Diversi studi hanno dimostrato che mTOR e la chinasi S6 (S6K) sono sovraespresse nel tumore dell'endometrio, sia in quello primario sia nelle recidive. L'uso della terapia ormonale nel cancro dell'endometrio ha una lunga storia alle spalle ed è vecchia di più di 60 anni. L’attività del recettore degli estrogeni nel tumore dell'endometrio è mediata in parte dal pathway MAPK e l'inibizione di mTOR ha dimostrato di interrompere i processi di crescita nei tumori sensibili agli estrogeni.
Sono un antiepilettico e un farmaco per il colesterolo che insieme sono in grado di modificare la biologia del tumore e potenziare l'effetto della chemioterapia
Dal melanoma al seno. Da studiare il fenomeno della resistenza in certi pazienti
Ricercatori di IEO e dell’Università degli Studi di Milano scoprono come farmaci già in uso possono essere potenzialmente efficaci contro tumori con una diffusa anomalia genetica
I nuovi dati dello studio MARIPOSA, presentati alla World Conference on Lung Cancer 2024, hanno confermato una superiorità clinica a lungo termine della terapia amivantamab più lazertinib rispetto alla monoterapia con osimertinib
Sono un antiepilettico e un farmaco per il colesterolo che insieme sono in grado di modificare la biologia del tumore e potenziare l'effetto della chemioterapia
Dal melanoma al seno. Da studiare il fenomeno della resistenza in certi pazienti
Ricercatori di IEO e dell’Università degli Studi di Milano scoprono come farmaci già in uso possono essere potenzialmente efficaci contro tumori con una diffusa anomalia genetica
I nuovi dati dello studio MARIPOSA, presentati alla World Conference on Lung Cancer 2024, hanno confermato una superiorità clinica a lungo termine della terapia amivantamab più lazertinib rispetto alla monoterapia con osimertinib
Commenti