La sarcoidosi è una malattia multi-sistemica caratterizzata da infiammazione idiopatica granulomatosa non caseosa. La biopsia renale è spesso eseguita per valutare il paziente con sarcoidosi e danno renale acuto (AKI). La diagnosi si basa sulla dimostrazione di granulomi non caseosi e l'esclusione di altre cause da infiammazione granulomatosa. Questo caso clinico tratta la storia di un paziente di 63 anni, con storia di ipertensione, affetto da sarcoidosi polmonare e AKI, la cui funzionalità renale è risultata migliorata in seguito a trattamento con prednisone, nonostante l'assenza di biopsia renale, esame di routine per la diagnosi di tale patologia.
Durante il corso della terapia, i valori di creatinina del paziente erano di 1,6 mg / dl. Due mesi dopo la conclusione del trattamento, i livelli di creatinina erano aumentati a 4 mg / dL. È stata, dunque, effettuata una biopsia renale, la quale ha mostrato variazioni aspecifiche, senza segni di granuloma o infiammazione interstiziale attiva. Il paziente è stato, quindi, sottoposto a terapia a base di prednisone, per il trattamento della presunta sarcoidosi renale, sebbene la biopsia non avesse fornito elementi diagnostici sufficienti. Nel giro di un mese di trattamento, i livelli sierici di creatinina sono diminuiti di 2 mg / dL, pur senza ritornare ai livelli basali, e si sono mantenuti stabili nel tempo con l’assunzione di basse dosi di prednisoneTale caso clinico è stato preso in considerazione al fine di valutare l'incidenza di diagnosi inconcludenti eseguite mediante biopsie renali in pazienti con sarcoidosi ed AKI ed, allo stesso tempo, identificare i risultati istologici riportati da tali pazienti.
Bibliografia: Shah R et al. Diagnostic utility of kidney biopsy in patients with sarcoidosis and acute kidney injuryInt J Nephrol Renovasc Dis. 2011;4:131-6. Epub 2011 Sep 26
Esame analizza 32 proteine ed è in grado di predire chi ha più probabilità di aver bisogno di cure o di morire per queste patologie
Lo rivela un ampio studio presentato al Congresso della European Respiratory Society (ERS) a Vienna da Anne Vejen Hansen dell'Ospedale Universitario di Copenaghen
I pazienti che hanno ricevuto un trattamento diretto dallo pneumologo hanno avuto un minore utilizzo successivo dell'assistenza sanitaria per malattie respiratorie rispetto a quelli che hanno ricevuto cure abituali
Lo ha accertato uno studio internazionale in collaborazione fra l'Università francese Paris-Saclay, e quelle di Padova, Napoli Federico II e altri atenei stranieri
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