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Chemioterapia con ACVBP più rituximab vs CHOP standard più rituximab nel linfoma diffuso a grandi cellule B. Pubblicati i risultati su Lancet

Oncologia Medical Information Dottnet | 01/12/2011 12:10

Il trattamento combinato con rituximab e il regime chemioterapico CHOP (ciclofosfamide, doxorubicina, vincristina e prednisone) ha migliorato in modo sostanziale gli outcome nei pazienti con linfoma di età inferiore ai 60 anni, ma una percentuale di recidive, anche dopo aver risposto in modo completo al trattamento. Studi recenti suggeriscono per quest’ultimi casi i pazienti potrebbero beneficiare di una chemioterapia intensiva.
 

Hervé Tilly e la sua equipe hanno arruolato 379 pazienti di età compresa tra 18 e 59 anni con linfoma diffuso a grandi cellule B in stadio iniziale o intermedio e li hanno sottoposti a quattro cicli di chemioterapia ad alto dosaggio a intervalli di 2 settimane oppure otto cicli di trattamento standard (R-CHOP) a intervalli di 3 settimane, in entrambi i casi in combinazione con rituximab. La chemioterapia intensiva conteneva doxorubicina, ciclofosfamide, vindesina, bleomicina, prednisone e rituximab (R-ACVBP).
Dopo 3 anni, la sopravvivenza libera da eventi è risultata significativamente maggiore nei pazienti trattati con la chemio intensiva rispetto a quelli trattati con la terapia standard (81% contro 67%), con una riduzione del rischio di andare incontro a un evento del 44% nel primo caso (HR, 0,56, IC al 95% 0,38—0,83; p = 0,0035). Inoltre, nei pazienti del primo gruppo si sono ottenuti anche un miglioramento della sopravvivenza libera da progressione (87% contro 73%) e della sopravvivenza globale (92% contro 84%), con una probabilità di andare in progressione inferiore del 52% (HR 0,48; IC al 95% 0,30—0,76; P = 0,0015) e un rischio di decesso inferiore del 56% (HR 0,44; IC al 95% 0,28—0,81] P = 0,0071) rispetto a quelli trattati col regime standard.

Tuttavia, i benefici ottenuti si sono accompagnati a un aumento degli affetti avversi. In particolare, gli effetti tossici ematologici e a carico delle mucose di grado 3-4 sono risultati significativamente più frequenti nel gruppo trattato con la chemio intensiva, nel quale una percentuale molto più alta dei pazienti ha avuto un episodio di neutropenia febbrile (38% vs 9%).
L'immunochemioterapia intensiva con R-ACVBP rappresenta un'alternativa al regime standard R-CHOP per migliorare la sopravvivenza nei pazienti di età inferiore ai 60 anni con linfoma diffuso a grandi cellule B a rischio basso o intermedio. Questo regime intensivo va utilizzato solo nei pazienti in cui il tasso di recidiva previsto è sufficiente a giustificare la tossicità superiore e i costi più elevati.

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C. Récher, et al. Intensified chemotherapy with ACVBP plus rituximab versus standard CHOP plus rituximab for the treatment of diffuse large B-cell lymphoma (LNH03-2B): an open-label randomised phase 3 trial. The Lancet, Volume 378, Issue 9806, Pages 1858 - 1867, 26 November 2011. doi:10.1016/S0140-6736(11)61040-4.
 

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