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Il parlamento cerca di salvare le farmacie. E intanto le parafarmacie denunciano Fofi e Federfarma per procurato allarme sulla polemica dei farmaci in fascia C. Ma i Liberi Farmacisti dicono sì

Farmacia Redazione DottNet | 13/12/2011 15:06

Decine di emendamenti e pure un'interrogazione al Parlamento europeo. Per 'salvare' le farmacie, colpite, secondo i diretti interessati, in modo ''inaccettabile'' dalla liberalizzazione dei farmaci di fascia C (per i quali serve la prescrizione ma che non sono rimborsati dal Servizio sanitario nazionale), i partiti si muovono, Pdl in testa, anche se sara' difficile ottenere modifiche al decreto su questa materia, visto che si dovrebbe prima trovare un accordo tra i partiti e con il governo. Intanto continua il botta e risposta tra parafarmacie e farmacie tradizionali, con i primi che accusano i secondi di una ''guerra diffamatoria dichiarata'' e che hanno addirittura preannunciato una denuncia nei confronti dei rappresentanti di farmacie e farmacisti (Fofi e Federfarma) per diffamazione, appunto, ma anche per ''procurato allarme e falso ideologico'' visto che dalla presentazione della manovra in poi hanno cercato di far passare il messaggio che ''con la liberalizzazione dei farmaci con ricetta vengano meno le garanzie di sicurezza per la salute dei cittadini''.

Mentre, sostiene l'associazione delle Parafarmacie, non e' affatto a rischio la sicurezza per la salute dei cittadini, visto che le regole su conservazione, tracciabilita' e farmacovigilanza sono ''uguali'' per tutti, cosi' come il percorso di studi di chi opera nelle parafarmacie. La trentina di emendamenti presentati dai deputati (la maggior parte del Pdl, ma anche la Lega e' compatta in difesa delle farmacie) hanno comunque poche chance di passare, visto che al momento sono stati tutti bocciati gli emendamenti presentati dai singoli parlamentari esaminati dalle commissioni Bilancio e Finanze di Montecitorio. Ultima speranza per chi ha sposato le ragioni delle farmacie tradizionali resta la seconda tranche di emendamenti dei relatori, che dovrebbe arrivare in commissione domani.

Ma un accordo resta in salita, anche perche' per il Pd, che ha presentato solo due richieste di modifica e in direzione di una maggiore apertura del settore, gia' si tratta di una '' 'micro' liberalizzazione'', quindi l'auspicio resta quello che non si tocchi l'articolo 32 della manovra. Intanto anche a Strasburgo Mario Mauro e Sergio Silvestris, eurodeputati del Pdl, hanno presentato una interrogazione denunciando che ''se dovesse passare la manovra finanziaria del governo Monti l'Italia rischierebbe di essere l'unico paese al mondo in cui non vi e' l'esclusivita' della dispensazione del farmaco in farmacia''.

 

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La denuncia delle parafarmacie

 

Le parafarmacie italiane hanno dato mandato ai propri legali di verificare la sussistenza degli estremi ''per una denuncia nei confronti del presidente della Fofi e del Presidente di Federfarma''. Lo rende noto in un comunicato il segretario nazionale dell'Associazione delle parafarmacie italiane (Anpi), Massimo Brunetti. L'accusa, si spiega nella nota, e' quella di ''procurato allarme, falso ideologico e diffamazione per aver fatto credere che con la liberalizzazione dei farmaci con ricetta venissero meno le garanzie di sicurezza per la salute dei cittadini''. Le parafarmacie ribadiscono che ''nei nostri esercizi le regole sulla conservazione dei farmaci, sulla tracciabilita', sulla dispensazione e sulla farmacovigilanza sono uguali a quelli delle farmacie e il personale laureato compie lo stesso percorso di studio di quello che opera in farmacia. Nessun aumento di consumi e d'incidenti avversi si e' registrato dopo la liberalizzazione dei farmaci da banco''. E' falso, ribadisce l'Anpi ''che 18.000 dipendenti verrebbero licenziati nelle farmacie, questo e' solo un ricatto privo di alcun riscontro economico reale, tanto e' vero che la reale perdita della farmacia e' di soli 380 euro/mese''. L'associazione delle parafarmacie rileva inoltre che ''con la liberalizzazione dei farmaci di fascia C aumenterebbero la concorrenza, il risparmio dei cittadini, creati nuovi posti di lavoro, nuovi investimenti e nuove aziende''. La liberalizzazione dei farmaci di fascia C, conclude la nota, e' una ''partita'' decisiva per credibilita' del Governo, se viene persa, morira' con essa la speranza di dare al Paese una impronta di stampo liberale. E' critica la Federazione che riunisce le farmacie italiane (Federfarma) sulla manovra di governo che introduce la possibilita' di distribuire i farmaci con ricetta medica anche fuori dalla farmacia. Lo rileva in una nota la stessa Federfarma, rilevando che questa misura ''colpisce il Servizio Farmaceutico'' e ''non porta sviluppo, ma solo danni ai cittadini''.

 

Federfarma

 

Secondo la Federfarma la manovra indebolisce ''gravemente moltissime delle migliaia di farmacie che oggi assicurano l'assistenza nei comuni dove non c'e' nessun presidio sanitario, ne' tantomeno una rete commerciale''. La Federfarma chiede quindi l'attenzione del presidente del Consiglio e del ministro della Salute. ''Le farmacie, nell'interesse di tutti, saranno costrette nei prossimi giorni - conclude la nota - ad adottare misure per spiegare ai cittadini le ragioni del degrado che questo Governo tecnico sta per produrre all'assistenza farmaceutica, non certo per ''salvare l'Italia''. La federazione delle farmacie rileva infatti di avere ''chiesto piu' volte al Governo di poter presentare una proposta organica di riforma della professione e del servizio farmaceutico che va esattamente nel senso dello sviluppo, con l'apertura di migliaia di nuove farmacie, con l'abolizione di tutte le restrizioni rimovibili, tenendo conto che si e' nell'ambito di una concessione dello Stato all'esercizio di un pubblico servizio''. ‘'In ogni caso per sgombrare dubbi in materia siamo sempre disponibili ad applicare tutte le disposizioni che il ministro della Salute volesse emanare a garanzia e nel rispetto della salute dei nostri concittadini''. A dirlo il Movimento dei liberi farmacisti (insieme con Associazione nazionale parafarmacie italiane, Federazione esercizi farmaceutici e Forum nazionale parafarmacie) commentando l'audizione in commissione Bilancio alla Camera del direttore dell'Aifa, Luca Pani. Secondo i Liberi farmacisti ''con la liberalizzazione dei farmaci di fascia C, l'Italia fa da precursore in Europa e dunque dobbiamo prenderci l'onore e la responsabilita' di questa scelta''. Pani - riferiscono i farmacisti - parla poi di ''punti critici'' e di ''attenzione'' nel dispensare i farmaci ma anche di ''farmacovigilanza''. Una posizione su cui pero' sono necessarie alcune precisazioni: nelle parafarmacie, come nelle farmacie - affermano - e' ''obbligatoria la presenza del farmacista, a garanzia della corretta e qualificata dispensazione del farmaco''; nelle parafarmacie ''i farmaci dispensati ai cittadini, sono gli stessi delle farmacie'' e ''sono soggetti alla tracciabilita' imposta dal ministero della Salute, dalla produzione, alla distribuzione intermedia, fino alla vendita nei nostri esercizi''; le procedure di ''farmacovigilanza e conservazione del farmaco sono gia' oggi identiche, a quelle previste per le farmacie''. Come si ricorderà aveva affermato  il direttore generale dell'Agenzia Italiana per il Farmaco (Aifa) Luca Pani, durante un'audizione alla commissione Bilancio della Camera che “con l'allargamento del mercato dei farmaci fascia C deciso dall'ultima manovra, l'Italia fa da precursore in Europa".  "L'Italia sarà l'unica in Europa a vendere i farmaci di fascia C tra l'altro anche nei supermercati - ha aggiunto Pani - Dobbiamo prenderci l'onore e la responsabilità di questa scelta. Siamo gli unici ma abbiamo anche la classe di farmaci da banco più piccola rispetto agli altri".  Pani ha anche fornito le cifre del volume d'affari legato ai farmaci: "Il mercato totale è di circa cinque miliardi di euro - ha sottolineato - di cui due per i farmaci senza ricetta e tre per quelli di fascia C. Va notato però che la manovra prevede delle eccezioni".

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