Sono troppi i punti nascita ''a rischio'' in Italia perche' al di sotto dei necessari standard professionali e tecnologici, soprattutto al Sud. E se troppi risultano essere i punti nascita di dimensioni ridotte e con pochi parti l'anno, l'indagine indica anche una forte disomogeneita' tra le Regioni in relazione al ricorso al parto cesareo, mentre cresce significativamente negli ultimi anni il numero di procedimenti penali per casi di malasanita' in queste strutture anche se basso e' il numero di condanne finali.
La nascita, ha osservato Orlano, e' ''un momento delicato, che in molti casi rischia di trasformarsi in tragedia. In Italia infatti, soprattutto al Sud - ha spiegato - si registra un numero molto elevato di punti nascita rispetto alla popolazione. Di conseguenza, in molte strutture vengono effettuati pochissimi parti e il personale non dispone, spesso, dei necessari standard di professionalita' e delle adeguate tecnologie''. I dati sono chiari: il 72% dei punti nascita e' definito dalla Commissione ''piccolo e fragile'' con una media di soli 56 parti al mese; soltanto il 27,6% di tali strutture e' dotato di Terapia intensiva neonatale e si partorisce con epidurale nel 15,3% dei casi. Nelle strutture dove si registrano meno di 500 parti l'anno, accade che il ginecologo assista a 1 parto alla settimana: troppo poco, commentano gli esperti.
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