Cinque mesi: e' questo il tempo d'attesa per un paziente che vuole attualmente effettuare una visita cardiologica all'ospedale di Pieve di Cadore prenotandosi al centro unico per le prenotazioni sanitarie. Due settimane, invece, il tempo d'attesa, secondo quanto accertato dalle Fiamme gialle, per chi si rivolgeva privatamente al primario di cardiologia, Jacopo Dalle Mule, 64 anni, per effettuare la stessa visita. La visita non avveniva pero' in uno dei suoi due ambulatori privati in provincia di Belluno, ma durante il normale orario di servizio e senza alcuna autorizzazione da parte dell'Ulss, all'interno dell'ospedale di Pieve di Cadore.
Le indagini sono scattate a seguito di alcune segnalazioni pervenute alla Guardia di finanza di Belluno che gia' a fine settembre 2011 aveva eseguito delle perquisizioni presso il reparto di cardiologia dell'ospedale di Pieve di Cadore, i due studi privati e l'abitazione del cardiologo. Grazie all'analisi della documentazione sequestrata ed alle testimonianze rese da pazienti, medici ed infermieri i finanzieri, coordinati dal pm Antonio Bianco, hanno ricostruito l'illecita attivita' del primario. Il medico aveva affidato la gestione dei pazienti privati alla moglie che da casa raccoglieva telefonicamente le prenotazioni, spacciandosi - a volte - come ''addetta alla cardiologia di Pieve di Cadore'', fissando data e ora delle visite (130 euro ''scontati'' a 100 se rinunciavano alla ricevuta fiscale) da eseguire negli ambulatori ospedalieri con le attrezzature sanitarie pubbliche.
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