Il Professore Germani sottolinea l’importanza di un approccio multidisciplinare nella presa in carico del paziente con malattia epatica. Oltre all’epatologo, la gestione coinvolge medici di medicina generale, chirurghi dei trapianti, infettivologi, psicologi, cardiologi e altri specialisti, a seconda della gravità e della tipologia della malattia. Centrale è il ruolo del medico di famiglia: primo punto di contatto, fondamentale per lo screening precoce, l’individuazione dei fattori di rischio (obesità, sindrome metabolica, consumo di alcol), l’avvio del percorso diagnostico e il supporto nel follow-up. Il rafforzamento della collaborazione tra MMG e specialista epatologo richiede strumenti condivisi come fascicoli sanitari elettronici, PDTA, linee guida e una comunicazione clinica efficace. Il professore Germani, inoltre, evidenzia anche la scarsa consapevolezza nella popolazione generale sul tema delle patologie epatiche: molte malattie del fegato restano clinicamente silenti fino a stadi avanzati. La prevenzione parte dalla corretta educazione sanitaria sin dall’infanzia: in Italia persistono tassi preoccupanti di obesità infantile e un’età troppo precoce di primo consumo alcolico. Serve dunque una strategia integrata di educazione nelle scuole e di promozione della salute, per agire sui comportamenti a rischio che compromettono la salute epatica e sistemica.