Recentemente Cricelli, intervistato nel congresso della Simg di Capri, ha rilasciato una serie di dichiarazioni a favore del utilizzo della Cooperazione di MMG nella riorganizzazione delle cure primarie. Il presidente del Co.S Antonio Di Malta viene a sua volta sentito sullo stesso tema. Competitor e amici: difficile distinguerli, quando non si è autonomi e propositivi. Il Presidente del Co.S. Di Malta commenta quanto dichiarato da Cricelli.
Cosa pensa dei soggetti che stanno tentando di entrare nell’area delle cure primarie?
Di Malta: «Ci sono tanti competitor che vorrebbero occupare il settore delle cure primarie (per il banale motivo che questa area poi “trascina e/o condiziona la produttività/fatturazione delle altre aree secondaria e terziaria) e affidarsi in modo disarmato a questi o a quelli non ci porterà da nessuna parte. Inutile dire che tutti costoro (cooperative sociali di operatori sanitari e socio assistenziali, strutture private accreditate, farmacisti, infermieri ect.) stanno cercando di approfittare della debolezza evidente della medicina generale e delle sue OOSS.
Dobbiamo stare attenti a non aprire le porte della medicina generale a soggetti che si presenteranno prima con la faccia della generosità (offriranno gratis ambulatori e personale) ma poi scorrazzeranno armati fino ai denti nel campo della medicina generale.
Deve essere chiaro che non aprire le porte non vuol dire non collaborare, non fare partnership o altro, ma banalmente significa non cedere lo scettro del comando (sopratutto in cambio del biblico piatto di lenticchie!) sulle Cure primarie.
Chi sono tutti questi competitor?È noto a tutti: farmacisti, Coop sociali “vere” o finte, Strutture pubbliche e private accreditate: la loro possibilità di colonizzate il terreno delle cure primarie è direttamente proporzionale alla incapacità dei MMG di presidiarlo con una organizzazione diversa e più complessa di quella fin qui adottata! Ovvero in sintesi MMG possono essere salvati (o persi!) solo da se stessi!
Le “piccole” preoccupazioni degli altri sindacati: il referente di AFT
Snami - L’allarme lo lancia il sindacato Snami: nelle Aggregazioni funzionali territoriali-Aft dei medici di famiglia il referente sarà nominato dal direttore di distretto. In realtà, la piattaforma della Sisac, la rappresentanza interregionale di parte pubblica che sta trattando con i medici del territorio il rinnovo delle convenzioni, afferma che l’esponente Asl nominerebbe il suo interlocutore pescandolo da una terna presentatagli dai medici dell’Aft.
Cosa pensa dell’allarme lanciato dallo Snami e riguardante la modalità di nomina del referente di AFT?
Di Malta: «Se valutato, estrapolandolo da ogni contesto, è una giusta preoccupazione!. Se valutato nel contesto in cui si sviluppa, è come vedere un marinaio di un peschereccio che, vedendo che la barca affonda, si lamenta del fatto che la porta della sua cabina cigola!
Le “vere”(ma bisognerebbe conoscerle) preoccupazioni dovrebbero essere altre e riferite:
- al fatto che i dirigenti pubblici “pensano” di fare il cambio epocale della organizzazione della medicina generale (AFT e UCCP) a spese dei pochi incentivi storici della medicina generale e a partire da una interpretazione tautologica (è cosi, perché è cosi!) e restrittiva del concetto di isorisorse senza contestualizzarla. Mi spiego meglio: “tutto si deve fare senza spendere un centesimo di più” senza aggiungere che l’ambito di riferimento è quello generale delle cure territoriali all’interno del quale deve per forza esserci una riallocazione di risorse che vanno spostate dagli storici luoghi di inefficienze a quelli in cui si esercita una sperimentazione realmente innovativa della presa in carico dei bisogni complessi dei cittadini (soprattutto cronici e fragili),
- al fatto che, se si chiamano “Case della salute” non ci sono problemi di budget (anche se ancora non si sa quanto costeranno), e se invece si chiamano “UCCP” vanno realizzate in condizioni di isorisorse (salvo poi chiamare UCCP le case della salute se si vuole evitare di fare le UCCP che peraltro sono previste dalla legge).
- al fatto che le Regioni stanno calando dall’alto le aggregazioni multiprofessionali - UCCP preconfezionate al di fuori di ogni contrattazioni sindacale o perché non rispettano le previsioni dell’art. 26 bis e ter dell’ACN del maggio 2009 o perchè ancora non esiste il nuovo ACN nella legge Balduzzi) In pratica, non stanno tenendo conto di un principio indiscutibile (perché sennò salta tutto l’impianto della legge) della legge Balduzzi ovvero la obbligatorietà per tutti i MMG di far parte di AFT e UCCP (come si realizza questo se le UCCP vengono assimilate alle Case della Salute e queste possono ospitare al massimo il 10-15% dei MMG?
Quello che mi preoccupa non è tanto quello che lo Snami giudica un suo “cavallo” di battaglia ma il fatto che le OOSS, FiMMG compresa, sembrano devastate da un senso d’impotenza senza fine.
Ovvero, dopo aver accantonato (giustamente) l’atteggiamento di contrapposizione frontale che prima chiedeva gli aumenti del compenso e dopo averli acquisiti ne elencava le motivazioni /giustificazioni dal momento che è innegabile che di quattrini non ce ne sono più, bisognerebbe essere già pronti ad adottare nuove strategie. Solo che le OOSS non hanno costruito nel tempo:
- nè un potenziale di conoscenze, mezzi e di strumenti in grado di permettere loro di proporre un modello globale in grado di governare la complessità di un sostanziale cambiamento verso una base impreparata e troppo avanti negli anni :
- nè un carisma e quindi un ascendente sulla base che consenta loro di essere promotrici di scelte innovative rischiando di essere, in prima battuta, impopolari, senza saltare per aria! E quindi stanno facendo un po’ la fine di Don Ferrante nei promessi sposi che morì’ di peste continuando a negare di averla contratta!
Ma Angelo Testa leader Snami non vuole “coordinatori” o apicali nominate dall’Azienda sanitaria.«Intendiamo eleggerli noi e a noi dovranno rispondere». La situazione resta difficile, alcune regioni vorrebbero spendere sul territorio anche professionisti di estrazione ospedaliera. «Oggi Sisac ci ha illustrato l’articolo sulle unità complesse di cure primarie (dove operano MMG con altri professionisti, ndr) ed è anche peggio. La piattaforma - sottolinea Testa - propone una figura di coordinamento che “può anche essere un medico di medicina generale”, ma non necessariamente. Ci sono i margini perché l’Asl possa scegliere come tramite con noi un suo dipendente, medico ospedaliero o persino un infermiere». Sottostante a tutto questo, «c’è l’intenzione di redistribuire su tutte le voci delle Aft e delle Uccp le indennità di associazionismo, informatica e di personale dello studio, facendole in sostanza riacquisire alle aziende sanitarie». Ma c’è di più. «Il medico potrebbe concorrere per ambiti di scelta diversi dal suo; se ci sono due centri vicini ma l’Uccp sorge in uno dei due, il medico operante nell’altro dovendo garantire ore nella sede centrale potrebbe essere spinto a chiudere il suo studio, visti anche i costi di gestione e la redistribuzione delle indennità, e a sguarnire così la sua zona.
Un modo per salvare le cure primarie e il SSN salvando anche la medicina generale
Ma aldilà delle preoccupazioni dello Snami sulla provenienza dei referenti di AFT, lei come pensa si possano risolvere i grandi problemi delle Cure primarie!
Di Malta: «È difficile! Perché, come io sostengo spesso, l’accidente di portare le cure primarie (e quindi il SSN) al macello è, e sarà il portato di una cooperazione (anche qui!), magari anche inconsapevole ma potentemente distruttiva, di tre soggetti che con motivazioni diverse concorrono allo stesso obiettivo: governo, regioni e medici di famiglia (o se preferite OOSS).
Nessuno dei tre, per ragioni diverse, desidera che la legge Balduzzi diventi realmente operativa. Eppure questa loro incapacità di decidere e di scegliere ci porterà alla stessa condizione dei territori alluvionati: nessuno fa niente per anni e tutti costruiscono dove e come non si dovrebbe (le case della salute di progettazione regionale a spot e non obbligatorie!).
Alla fine degli insignificanti torrenti vengono trasformati, da eventi straordinari complice però l’inerzia degli uomini, in mostruose bombe d’acqua che tutto travolgono. In fondo io credo dovrebbe essere molto più difficile nascondere i rischi e i disastri prevedibilissimi dei cattivi comportamenti, piuttosto che poi rimediare alle conseguenze delle catastrofi.
Concordo con quanto affermato all’inizio da Cricelli ovvero che «Noi MMG siamo pronti a mettere in pratica i principi enunciati nel Patto della Salute, approvato lo scorso 16 luglio».
Anzi a mio giudizio dovremmo inviare assieme un estremo appello al Premier Renzi per dirgli che noi MMG siamo pronti a rimettere in piedi le cure primarie senza aumento di costi ma a condizione che lui (dando rapidamente gambe alla Legge Balduzzi e al patto per la salute) impegni i medici a costituire delle Coop di MMG e le regioni a lasciare che i medici gestiscano con le Coop di Servizio le AFT e UCCP!
Di Malta: «Mi dichiaro già da ora disponibile ad una collaborazione con Cricelli e con la Simg finalizzata a meglio definire questi concetti sopratutto al fine di evitare i punti di criticità e le fughe in avanti.
Cgil, Cisl e Uil: "Sono 200mila, è un comparto strategico"
"I medici, i dirigenti sanitari, gli infermieri le professioni sanitarie ex legge 43/2006, vogliono risposte, vogliono tornare ad essere il fulcro delle cure, vogliono continuare a curare, ma in sicurezza”
Testa: “Serve uno straordinario investimento nel territorio prima che della medicina di famiglia rimangano solo le ceneri.”
Leonida Iannantuoni Presidente di ASSIMEFAC; al paziente va dedicato più tempo
Cgil, Cisl e Uil: "Sono 200mila, è un comparto strategico"
"I medici, i dirigenti sanitari, gli infermieri le professioni sanitarie ex legge 43/2006, vogliono risposte, vogliono tornare ad essere il fulcro delle cure, vogliono continuare a curare, ma in sicurezza”
Testa: “Serve uno straordinario investimento nel territorio prima che della medicina di famiglia rimangano solo le ceneri.”
Leonida Iannantuoni Presidente di ASSIMEFAC; al paziente va dedicato più tempo
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