Leonida Iannantuoni Presidente di ASSIMEFAC; al paziente va dedicato più tempo
Gentile Direttore,
la violenza contro i medici e gli episodi d’intolleranza per usare un eufemismo, di cui sono stati vittima colleghi e o operatori sanitari in questi giorni, sono gli ultimi segnali, destinati a ripetersi, di un malessere sociale che vive la malattia e la presunta mancanza di risposte ad esse come una frustrazione totale. Negli ultimi decenni, agli occhi del malato e delle persone a lui vicine, la figura del medico ha perso il manto di "sacralità" derivante, dal suo saper essere e saper fare per divenire un "semplice" esecutore di mansioni, spesso dettate da un’ottusa burocrazia, e di tecniche che i media diffondono, inconsapevolmente, come routine.
Troppo spesso si dimentica che nel "contratto" che si stipula tra un esercente le professioni intellettuali , e tra queste rientra la medicina, e il fruitore non vi è l’obbligo del risultato, essendo questo legato a mille variabili, ma vi è un’obbligazione di mezzi a cui l’esercente deve adempiere con la massima diligenza. Oggi non conta l’impegno, la dedizione profusa, oggi conta e si pretende solo il risultato!
La medicina non è una scienza perfetta essendo legato il risultato a condizioni che possono variare da momento a momento, condizioni legate al paziente e alla sua risposta, imponderabile, al farmaco e/o alla tecnica chirurgica.
L’esercito, la polizia, il daspo sanitario sono misure, in questo momento, necessarie ma palliative. La soluzione deve essere ricercata nella despettacolarizzazione della medicina, nella ricerca di maggior tempo da dedicare al paziente e ai suoi cari, tempo da riempire di dialogo ed empatia, tempo da sottrarre alla burocrazia
Leonida Iannantuoni
Presidente di ASSIMEFAC
Quici: “Gli oltre 40mila MMG che entrerebbero nella dipendenza potrebbero diventare competitor dei dipendenti nella gestione dei fondi contrattuali e nei percorsi di carriera"
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Onotri: "La vittoria, in questa possibile riforma, non può essere quella dei generali senza il sostegno delle truppe altrimenti saranno ben più di quattro milioni gli italiani senza medici"
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"I medici, i dirigenti sanitari, gli infermieri le professioni sanitarie ex legge 43/2006, vogliono risposte, vogliono tornare ad essere il fulcro delle cure, vogliono continuare a curare, ma in sicurezza”
Testa: “Serve uno straordinario investimento nel territorio prima che della medicina di famiglia rimangano solo le ceneri.”
"Abbiamo bisogno di un quadro chiaro, regionale e nazionale, ancor di più con l’avvicinarsi della presentazione della Legge di Bilancio 2024"
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