Una 'mini-riforma' della libera professione dei medici del servizio pubblico alla fine ci sara'. E a partire dal prossimo anno i cittadini, che sborsano ogni anno piu' di un miliardo di tasca propria per scegliere nel pubblico il proprio medico di fiducia, potranno continuare ad essere seguiti a pagamento (tracciabile) anche negli studi professionali fuori dalle mura degli ospedali. Studi che dovranno pero' essere 'in rete' con le Asl, le quali, con il supporto di una rete telematica, controlleranno prenotazioni e pagamenti e registreranno anche l'impegno orario dei medici e delle visite, in modo da prevenire possibili 'storture'.
Il punto di 'mediazione' tra le spinte 'liberalizzatrici' (del Pdl) e quelle 'rigoriste' del (Pd), tanto auspicato dal ministro della Salute, Renato Balduzzi, si e' infatti alla fine concretizzato in una nuova proroga di cinque mesi al regime transitorio che consente oggi l'attivita' intramoenia anche fuori dalle strutture pubbliche, per approdare pero', entro il 30 novembre, a una nuova normativa che di fatto 'istituzionalizza' l'intramoenia allargata ma introducendo 'paletti' e controlli piu' stringenti. Dopo settimane di approfondimenti e trattative, insomma, governo e capigruppo di 'maggioranza' delle commissioni sanita' in Parlamento hanno trovato un accordo, nuova proroga accompagnata da nuova legge, che dovra' ora essere illustrato anche alle Regioni, ultime destinatarie del provvedimento.
La finalità del divieto è di garantire la massima efficienza e funzionalità operativa all'Ssn, evitando gli effetti negativi di un contemporaneo esercizio, da parte del medico dipendente, di attività professionale presso strutture accreditate
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