Per la prima volta un medico viene giudicato per omicidio volontario. E’ un caso da giurisprudenza che va oltre la classica malasanità e che amplia pericolosamente l’orizzonte penale della professione sanitaria. Veniamo ai fatti, che cominciano con la morte di Alberto Verso, noto scenografo romano. La drammatica vicenda ha il prologo con un intervento al pancreas per un tumore benigno, probabilmente non necessario, poi un’emorragia non tamponata in tempo e che costa la vita al 65enne scenografo.
Col risultato che sei medici vengono indagati, tutti accusati di omicidio colposo, tranne uno. Ma il colpo di scena arriva il 6 luglio scorso, quando il gup Stefano Aprile dispone il rinvio a giudizio davanti la Corte di Assise del dottor Mario Albertucci, medico di fiducia di Verso, per omicidio volontario. Un finale che ha destato sconcerto negli ambienti sanitari per le modalità con cui si sono svolti i fatti. Lo scorso 17 aprile 2007 Alberto Verso viene operato presso la clinica Mater Dei da Cristiano Huscher per eliminare una formazione tumorale benigna al pancreas. I medici lo dimettono in fretta, ma il 9 maggio Alberto torna d’urgenza alla clinica in pieno shock emorragico. Secondo i giudici l’errore di Albertucci si verifica in questa fase: il medico avrebbe imposto di aspettare Huscher che si trovava ad Isernia, prima di procedere con qualsiasi operazione, e avrebbe anche impedito al personale di agire tempestivamente. All’arrivo di Huscher, lo scenografo è stato rianimato e operato ma dopo tre giorni non ce l’ha fatta. Huscher non è comunque nuovo alle cronache sanitarie, già finito nel mirino della giustizia diverse volte ai tempi in cui lavorava per il San Giovanni di Roma. Anche la Cassazione si è occupata di Huscher, nel 2011: con la sentenza 13746 della IV Sezione penale, specializzata in colpa medica, ha confermato la responsabilità di Cristiano Huscher condannandolo per omicidio colposo. Il caso del celebre chirurgo è considerato particolare in quante le accuse dalle quali il medico si è trovato a difendersi sono davvero numerose ma quello di Albertucci, medico incensurato, potrebbe fare giurisprudenza. L’avvocato della famiglia Verso dà una spiegazione chiara della decisione dei magistrati: “Il decreto che dispone il giudizio emesso dal GIP – spiega l’avv. Laura Autru Ryolo, legale dei familiari di Verso, come riporta Il Giornale - così come la precedente ordinanza di incompetenza del Giudice monocratico, è indicativo della configurabilità del reato di omicidio volontario a carico del medico che, al di fuori delle ipotesi di indicazioni terapeutiche, adotta decisioni o pone in essere attività accettando il rischio che il paziente muoia”.
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