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Tavolo sulla farmaceutica, presto un altro incontro. Pani (Aifa), la ricerca è in declino. Menarini, mille esuberi. Assobiomedica: occupazione in preoccupante calo

Aziende Redazione DottNet | 09/10/2012 22:09

Dovrebbe tornare a riunirsi a breve, dopo il primo incontro avvenuto ad inizio settembre, il tavolo sulla farmaceutica messo in piedi dal ministero dello Sviluppo economico. ''Si stanno definendo rapidamente i sottogruppi da portare avanti e quali sono gli stakeholder da invitare nei vari sottogruppi per poi affrontarli piu' rapidamente'', spiega a margine di un incontro al Senato sulla sperimentazione clinica il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi.

''So che il ministero dello Sviluppo economico ci sta lavorando - aggiunge - e quindi penso che a breve partiranno le convocazioni''. In materia di farmaci e di sperimentazione clinica e' ora che l'Italia compia scelte ''innovative e coraggiose''. Parola di Luca Pani, Direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco, che  è intervenuto in Senato all'incontro ''la ricerca clinica dei medicinali in Italia: prospettive e opportunità''. Il direttore dell'Aifa ha ricordato ''il declino'' che sta attraversando l'Europa, conseguenza di ''una riduzione globale delle ricerche'', sottolineando pero' che il nostro Paese ha la capacita' di ''invertire la rotta che negli ultimi due anni ha visto una significativa riduzione del numero assoluto di studi clinici eseguiti in Italia''. Ma per farlo, ha spiegato, serve ''una maggiore trasparenza a livello di competenze'', considerato che in Italia, diversamente da quanto accade in ambito europeo, le competenze in materia di sperimentazione non fanno capo all'Agenzia dei medicinali, ma sono suddivise tra Aifa, Istituto Superiore di Sanita' e Direttori Generali locali. Tra gli altri aspetti da rivedere, ha poi aggiunto Pani, c'e' senza dubbio la riduzione dei comitati etici. ''Ci sono almeno 13 Paesi in Europa dove ne esistono meno di dieci, mentre in Italia ce ne sono ben 269''.''Al di la di essere presidente di Farmindustria, sono presidente di una azienda che fa ricerca, e la cosa penalizzante per la ricerca privata e' vedere che quando gli altri Paesi sono arrivati alla fine noi stiamo ancora aspettando l'ultimo comitato etico che ci dica cosa fare'', commenta  il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, le parole di Luca Pani: ''Sono assolutamente d'accordo - aggiunge Scaccabarozzi - soprattutto in un mondo estremamente competitivo come quello attuale noi veramente rischiamo di venir tagliati fuori dai processi che contano a livello mondiale''.

Menarini in crisi. La prescrizione del principio attivo e non del nome del farmaco 'griffato', come previsto dal provvedimento sulla spending review, potrebbe ''costare'' mille posti di lavoro della Menarini, l'azienda farmaceutica toscana che stasera ha annunciato esuberi in Italia per la stessa cifra. L'azienda parla di

dottnet.it/Articolo.aspx?idArticolo=10931">provvedimento ''devastante'' in grado di ''distruggere il settore farmaceutico'' dove i lavoratori a rischio potrebbero essere 10-15.000 . Per i sindacati, che definiscono''strumentale e avventata'' la mossa dell'azienda, e' invece un ''ricatto'' nei confronti dello Stato. La decisione dell'azienda e' stata annunciata oggi ai sindacati dal direttore generale dell'azienda farmaceutica fiorentina, Domenico Simone. ''Hanno formalizzato l'apertura della procedura'', ha confermato Umberto Saccone, segretario provinciale della Filctem-Cgil. ''Oggi ci eravamo incontrati - ha spiegato - per discutere sul premio di partecipazione, che era in ballo da quattro mesi. Poi il dg Simone ci ha detto che non accettava che una legge mettesse in condizione di non riconoscere la professionalita' dell'azienda, e per questo motivo, in tempi veloci, l'organico sarebbe stato ridotto di mille persone. Ma non puoi dire - ha aggiunto il sindacalista - che se lo Stato fa una legge, io ricatto lo Stato''. ''Dalla meta' di agosto e' entrata in vigore una legge'' che produce ''il trasferimento di quote di mercato ai produttori di farmaci generici'', dice il direttore generale della Menarini Domenico Simone riferendosi al provvedimento entrato in vigore ad agosto che impone ai medici di famiglia di scrivere nella ricetta il nome del principio attivo anziche' quello commerciale del prodotto. Netto il giudizio dell'azienda: ''E' devastante, sta distruggendo il settore farmaceutico'', ha detto Simone, secondo il quale ''non e' piu' conveniente'' produrre in Italia. Per questo, ha spiegato, ''stiamo rivedendo i nostri piani strategici in Italia''. L'annuncio degli esuberi non e' tuttavia un fulmine a ciel sereno. L'assessore alle attivita' produttive della Regione Toscana, Gianfranco Simoncini, aveva inviato una lettera al ministro Corrado Passera chiedendo un intervento urgente a favore dell'industria farmaceutica, messa in difficolta' dalla nuova legge. Ad annunciare l'iniziativa era stato lo stesso Simoncini, intervenendo a un incontro organizzato proprio dalla Menarini, al quale avevano partecipato istituzioni e parlamentari toscani. La Toscana e' fra i maggiori poli nazionali nella produzione farmaceutica, il terzo in assoluto dopo Lombardia e Lazio, con 20 imprese attive e oltre 12.000 addetti.

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Assobiomedica. Le politiche sanitarie hanno determinato un calo del 2,7% dell'occupazione nel settore dei dispositivi medici. Lo denuncia Stefano Rimondi, presidente di Assobiomedica, l'associazione di Confindustria che rappresenta le imprese di settore, illustrando i risultati di un'indagine sull'andamento occupazionale effettuata dal Centro Studi su un ampio campione di aziende associate da gennaio 2011 ad agosto 2012. ''Le scelte di politica sanitaria - rileva - oltre a penalizzare i cittadini, stanno amplificando gli impulsi recessivi nella nostra economia''. Ma ''ben piu' drammatica - aggiunge - e' la prospettiva che ci attende da qui alla fine del 2015 quando il calo occupazionale sara' del 13%. Cio' significa la cancellazione di circa 6.900 posti di lavoro nel complesso degli addetti nell'industria dei dispositivi medici, mediamente di altissima qualificazione, con il blocco delle assunzioni di neolaureati, da sempre fiore all'occhiello del nostro settore''. Assobiomedica ricorda che da tempo ''mette in guardia sul rischio di compromettere il futuro di una delle rare attivita' innovative e ad alta tecnologia del panorama industriale italiano, che vanta, tra l'altro, il polo biomedicale piu' grande d'Europa nel distretto di Mirandola. La crisi economica e la politica sanitaria adottata negli ultimi tempi - conclude - non fanno che sottovalutare questo settore, che dovrebbe essere invece considerato motore di sviluppo economico e sociale del Paese''.

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