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Anaao, ricorreremo alla Corte europea per ottenere maggiore tutela della salute pubblica e dei medici. Malasanità: le cifre regione per regione

Sindacato Redazione DottNet | 23/01/2013 15:25

Il sindacato dei medici dirigenti Anaao-Assomed ha dato mandato ai propri legali di valutare la possibilita' di un ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo affinche' ''siano riconosciuti i diritti negati e salvaguardata l'autonomia e la sicurezza della professione a maggior tutela della salute pubblica'' in relazione alla questione della responsabilita' professionale.  Dell'argomento se ne è occupato Merqurio nel corso del convegno Toghe in corsia. Grazie alla presenza di decine di relatori (clicca qui per vedere le video interviste) sono emersi problemi e criticità di una norma da modoficare.

 Il nodo ''esplosivo della responsabilita' professionale - avverte l'Anaao in una nota - rischia di compromettere ulteriormente la crisi strutturale in cui versa la sanita' pubblica e minaccia di trasformarsi nelle sabbie mobili nelle quali affondera' definitivamente il rapporto medico-paziente e la stessa sostenibilita' del sistema sanitario''. L'Italia, ancora legata ad una giurisdizione in questo campo ferma al Codice Rocco (1930), ''e' rimasto l'unico Paese in Europa - precisa il sindacato medico - a prevedere la perseguibilita' penale degli errori clinici e non consola il fatto che, nonostante l'incremento del 24% delle denunce, il 98,1% dei procedimenti penali si conclude con l'archiviazione''. La politica ''continua a rimanere indifferente alle drammatiche conseguenze della mancanza di risposte chiare e risolutive, e l'obbligo legislativo di assicurazione per le aziende sanitarie, da noi proposto come emendamento al Decreto Balduzzi - afferma l'Anaao - e' stato sacrificato dal Parlamento sull'altare dei costi''.

   Per questo, l'Anaao-Assomed, ''ritenendo che nell'attuale sistema esistano elementi fortemente ingiusti, penalizzanti i Medici e Dirigenti sanitari, contrastanti con i principi della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle liberta' fondamentali'', sta valutando la possibilita' di un ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo.

Le cifre regione per regione.I casi complessivi di presunti errori medici e criticita' segnalati alla Commissione parlamentare d'inchiesta sugli errori e i disavanzi in campo sanitario nel periodo aprile 2009-dicembre 2012 sono pari a 570. Di questi, i casi conclusosi con il decesso del paziente sono pari a 400.  Sicilia e Calabria le Regioni in testa alla classifica sia per numero di presunti errori sia per numero di decessi. Questi i numeri regione per regione, secondo quanto emerge dalla relazione finale della Commissione:

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- PIEMONTE: 24 casi complessivi di presunti errori sanitari e criticita', di cui 18 con decesso del paziente

- VALLE D'AOSTA: 0 casi e 0 decessi  

- LIGURIA: 22 casi e 14 decessi

- LOMBARDIA: 34 casi e 13 decessi

- TRENTINO ALTO ADIGE: 1 caso e 1 decesso - VENETO: 29 casi e 16 decessi

- FRIULI VENEZIA GIULIA: 3 casi e 2 decessi

- EMILIA ROMAGNA: 36 casi e 28 decessi

- TOSCANA: 34 casi e 22 decessi

- UMBRIA: 7 casi e 3 decessi

- MARCHE: 4 casi e 1 decesso

- LAZIO: 63 casi e 42 decessi

- ABRUZZO: 8 casi e 8 decessi

- MOLISE: 2 casi e 1 decesso

- CAMPANIA: 37 casi e 30 decessi

- BASILICATA: 4 casi e 3 decessi

- PUGLIA: 36 casi e 25 decessi

- CALABRIA: 107 casi e 87 decessi

- SICILIA: 117 casi e 84 decessi

- SARDEGNA: 2 casi e 2 decessi.

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