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Aumenta il fronte contro la ricetta elettronica. Snami, in Piemonte i medici di famiglia pagheranno l'innovazione

Sindacato Redazione DottNet | 25/02/2013 18:16

Dopo la Puglia, anche il Piemonte mostra segni di agitazione nei confronti della ricette elettronica. Incomprensioni tra regioni e medici, criticità del sistema non fanno altro che acuire un’insofferenza non nei confronti dell’innovazione, sia chiaro, ma contro i costi – in termini umani e economici – che questa rivoluzione, nata con l’obiettivo di ridurre gli esborsi della sanità, rappresenta.  Il piano d’azione sull’E-health (clicca qui per scaricare il report sulla sanità elettronica di Dottnet) messo a punto dalla Commissione europea mira proprio a contenere la spesa sanitaria nei singoli paesi.  

 

 

In Italia, con la conversione in legge del decreto Crescita 2.0, è stato tracciato un percorso che potrebbe rappresentare una leva di straordinaria efficacia per semplificare e migliorare i servizi offerti ai cittadini e, al contempo, aprire nuovi spazi di mercato alle imprese innovative. “In campo sanitario l’Agenda digitale può produrre una vera rivoluzione - spiegano da Federsanità Anci -  Dalla ricetta elettronica alla gestione di un’anagrafe sanitaria nazionale,  si eliminerebbero in via definitiva lentezze e sacche di inefficienza, consentendo ad esempio l’aggiornamento in tempo reale delle nascite, dei decessi e dei cambi di residenza e  velocizzando tutte le procedure dei rapporti tra le realtà sanitarie e la PA”. Ma allora che cosa succede nelle regioni e perché questi scontri? In primo luogo un ruolo importante, in negativo, lo ricopre la frammentazione dei sistemi contabili che impedisce un monitoraggio  efficace della spesa delle Regioni e delle Asl. In Italia 240 Asl hanno piattaforme diverse per software e codifica che di fatto non consentono un efficace controllo della spesa. Le uniche due regioni che hanno unificato i sistemi sono Toscana e Umbria che tra l’altro sono quelle più avanzate nel settore della sanità elettronica.  Altre regioni, come Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana e Trento hanno già realizzato il fascicolo digitale, altre nulla ancora. Insomma tanta precarietà non fa altro che acuire gli scontri interni alle regioni, che vanno poi a scaricarsi sui medici, come accaduto in Puglia e adesso in Piemonte. Occorre allora che le piattaforme si parlino tra loro per far sì che tutto diventi più facile. E soprattutto a nessun costo per i medici che sono in trincea e che alla fine ne pagano le conseguenze.

La protesta Snami. Ennesimo tentativo di far pagare ai Medici di famiglia gli oneri di un servizio che è a totale carico della regione, denuncia lo Snami.

Secondo il sindacato, sta accadendo in Piemonte - dopo un analogo problema in Puglia -  dove la parte pubblica fa orecchie da mercante di fronte alle rimostranze giustificate dei rappresentanti di categoria. Per Mauro Grossociponte, Presidente regionale di Snami Piemonte: “Siamo responsabilmente pronti ad aderire al progetto “ricetta elettronica”, normata per legge, ma pretendiamo che altrettanto responsabilmente la regione rispetti le norme in essere e ci metta in condizione di ottemperare a costo zero facendosi carico di installare ai medici idonee  linee di trasmissione e fornire i P.C., le stampanti e tutto ciò che occorre per andare a regime. Abbiamo concordato anni fa con la parte pubblica una indennità per interloquire con la regione solo per posta elettronica, eliminando di fatto il cartaceo, abbattendo così drasticamente i tempi di attesa e con un risparmio economico importante per le casse delle asl. Oggi vorrebbero distogliere quei fondi per intervenire in parte sul progetto ricetta elettronica”. Aggiunge Gianfranco Breccia, Presidente di Snami Torino: “E' il solito tentativo del gioco delle tre carte con la palese intenzione di far pagare ai Medici di Medicina Generale le spese che invece sono di pertinenza della parte pubblica. Stanno partendo le azioni legali perché ci vengano liquidati degli emolumenti dell'ACN non ancora corrisposti”. Conclude Ruggero Bergamaschi, Presidente di Snami Novara “Sarà l'occasione  perché legalmente si rammenti alla nostra regione che deve provvedere con oneri a proprio carico perché i medici possano tramettere le ricette elettroniche. A meno che non si intenda ritornare ai piccioni viaggiatori, ai segnali di fumo ed ai corrieri a cavallo”.

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Fonte: interna, Snami

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