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Cala nel Regno Unito l’offerta di nuovi farmaci. Ma secondo gli analisti è solo una fase temporanea che riflette analoghi periodi del passato

Aziende Redazione DottNet | 01/03/2013 14:43

Nel Regno Unito, la spesa per l'innovazione farmaceutica è in calo. L'offerta di nuovi farmaci è visibilmente diminuita negli ultimi decenni, ma questo non dipende dalla ricerca che langue, ma dalle  normative che di fatto hanno provocato un aumento vertiginoso dei costi per lo sviluppo del farmaco. Problema che va di pari passo al tempo impiegato per portare un nuovo farmaco sul mercato: da 3 anni nel 1960 ai 12 nel 2000.

Il Regno Unito è storicamente la seconda maggiore fonte di sviluppo di nuovi farmaci, generando oltre il 10% di tutti i nuovi farmaci in tutto il mondo. Gli Stati Uniti sono da sempre visti come il leader  sebbene la produzione sembra in calo anche in America per ragioni analoghe. “Non è una questione di soldi”, suggeriscono gli autori di un articolo della rivista BMJ Open. Il sistema sanitario gestito dal governo ha investito molti fondi in ricerca e sviluppo, fondi destinati anche a comprendere i motivi  per cui stava calando la presentazione di nuovi farmaci. I tecnici hanno esaminato tutti i nuovi farmaci inclusi ogni anno per la prescrizione e la distribuzione alla “bibbia dei farmaci”, il British National Formulary (BNF), aggiornato ogni sei mesi. Sono state inserite tutte le nuove entità chimiche di sintesi ed i nuovi farmaci biologici, come vaccini, prodotti sanguigni, e terapie geniche, sulla base della loro prima comparsa nel BNF tra il 1982 e il 2011. Sono stati inclusi anche nuovi prodotti che in effetti sono modifiche di farmaci già esistenti e infine i trattamenti innovativi. Ebbene non è stata rilevata nessuna tendenza significativa lineare che indichi una diminuzione del numero di nuovi farmaci introdotti nel Regno Unito in quel periodo; in media sono stati  commercializzati poco meno di 24 farmaci all'anno. Invece, sono stati evidenziati  alti e bassi, con cali sempre seguiti da un aumento di nuovi arrivi. Dopo un decremento nella metà degli anni ‘80, con circa una dozzina di nuovi farmaci che arrivano sul mercato tra il 1985 ed il 1987, i nuovi prodotti introdotti sul mercato sono aumentati ogni anno, con un picco di 34 nel 1997.

Questo picco è stato ancora una volta seguito da una diminuzione, con circa 20 nuovi farmaci all'anno tra il 2003 ed il 2006, seguito da un ulteriore picco nel 2010. E andando indietro cronologicamente fino agli anni ’70 è stato indicato un incremento lieve ma significativo di 0,16 nuovi farmaci ogni anno tra il 1971 ed il 2011, “contraddicendo l'opinione ampiamente diffusa che il numero di nuovi farmaci in fase di lancio è in declino", dicono gli autori. E quindi qual è la risposta al problema? Il Regno Unito è solo in un’altra 'fase d’innovazione' che porterà ad un nuovo picco verso l’alto di nuovi farmaci in un prossimo futuro: "Anche se ci fosse davvero una diminuzione nell’introduzioni di nuovi farmaci durante il decennio che va dal 1997 al 2006, questo è stato in gran parte un picco nel 1997, a sua volta preceduto da un numero insolitamente basso di lanci nel 1985-1987," scrivono i tecnici. "Inoltre, il numero massimo di nuovi farmaci aggiunti alla BNF nel 1997 era pari a quello del 2010."  Gli autori sottolineano che il loro studio non fa distinzione tra i diversi livelli di innovazione, ed i lanci non sono l'unico “indicatore di salute” dell'industria farmaceutica. Ma tra essi lo studio britannico sulle tendenze di nuovi lanci,  dicono, è il più aggiornato.

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Fonte: bnf

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