Il gruppo Bristol-Myers ha accusato nel primo trimestre uno scivolone del 45% dell'utile netto verso un anno prima a 609 milioni di dollari, pari a un utile per azione di 41 centesimi, su un fatturato sceso del 27% a 3,8 miliardi. Lo comunica la societa' farmaceutica Usa, che spiega la flessione con la scadenza negli Stati Uniti del brevetto dell'ipertensivo Avapro/Avalide e, sopratutto, dell'anticoagulante Plavix, che ha coperto un fatturato di 1,7 miliardi nel primo trimestre 2012 e i cui ricavi sono precipitati del 95% a 91 milioni nei primi tre mesi di quest'anno.
Confermati, comunque, i target 2013 di un utile per azione, escluse voci straordinarie, compreso tra 1,78 e 1,88 dollari. "Il primo trimestre ha rappresentato una buona partenza per un anno importante che ci vedra' concentrati sulla crescita dei marchi esistenti, su lanci di nuovi prodotti e sulla produzione di farmaci in sviluppo", ha affermato il direttore generale Lamberto Andreotti, precisando che "da inizio anno abbiamo lanciato su parecchi mercati Eliquis (un anticoagulante) e abbiamo cominciato a collaborare con AstraZeneca per portare gli antidiabetici Byetta e Bydureon ai pazienti al di fuori degli Usa". Eliquis, sviluppato con Pfizer, e' un farmaco blockbuster. "Le vendite di Eliquis negli Stati Uniti finora sono in linea con le attese - ha proseguito Andreotti - sono attesi progressi nel secondo trimestre e al fuori degli Stati Uniti siamo a uno stadio preliminare".
Bayer ha chiuso il primo trimestre del 2013con margini inferiori alle attese degli analisti. L’ebitda della società farmaceutica è salito dello 0,4% a 2,45 miliardi di euro contro 2,59 miliardi atteso dal consenso. Sul risultato ha inciso l’aumento dei costi per i materiali. Il fatturato è aumentato del 2,1% a 10,3 miliardi di euro mentre i profitti netti sono saliti dell’11,5% a 1,16 miliardi. Il gruppo farmaceutico tedesco ha confermato la guidance annuale per l’ Ebitda adjusted previsto in aumento del 5% e per i ricavi attesi in progresso del 4-5%.
Il Consiglio di Amministrazione della società farmaceutica Sigma-Tau Finanziariaha approvato il bilancio 2012 chiuso con il ritorno all'utile netto per 48,4 milioni di euro dopo la perdita di 21,1 milioni del 2011. Il 2012, ha spiegato la società in una nota, "evidenzia un riequilibrio dei risultati del gruppo nonostante una congiuntura economica ancora difficile, grazie ad una crescita del business nei mercati esteri, in particolare negli Stati Uniti. A controbilanciare le difficolta' del mercato farmaceutico tradizionale, e' stata la buona performance del business delle malattie rare (Rare Disease) ed il continuo miglioramento del business dei nutraceutici". "Le manovre finanziarie del Governo italiano nel corso del 2012 - dal DL liberalizzazioni alla cosiddetta spending review fino al "decreto Balduzzi" - hanno continuato a penalizzare le attivita' di sigma-tau nel nostro Paese, date le modifiche strutturali del mercato farmaceutico che ne sono conseguite, con l'effetto in parte di vanificare gli interventi promossi dalla Societa' in linea con il Piano di Risanamento approvato nei primi mesi del 2012 e di rendere necessarie ulteriori azioni di riorganizzazione e razionalizzazione, che verranno implementate nel corso del 2013". "Siamo moderatamente soddisfatti dei risultati conseguiti nel 2012, che confermano la validita' della nostra scelta strategica di puntare ad un miglior bilanciamento tra le attivita' domestiche ed internazionali del Gruppo. Abbiamo raggiunto i risultati previsti nel primo anno del piano di risanamento, attraverso il monitoraggio dei costi e il riequilibrio della gestione industriale", ha commentato l'a.d. Andrea Montevecchi. "La nostra attività in Italia continua ad accusare un rallentamento principalmente riconducibile ai provvedimenti governativi intervenuti in corso d'anno, che hanno modificato pesantemente il quadro di riferimento. I risultati ottenuti confermano comunque la scelta di impegnarci a completare nell'arco dei prossimi tre anni un importante piano di investimenti nel Paese, nella convinzione che gli orientamenti delle autorita' in materia farmaceutica siano destinati a cambiare, pena la completa deindustrializzazione del settore. Gli investimenti previsti, consentiranno di focalizzare le risorse nelle attivita' a maggiore redditivita' e anche di indirizzare alla ricerca una parte degli stessi, implementando un nuovo modello "biotech", che puntera' su una struttura organizzativa snella e focalizzata su progetti selezionati". Tornando ai risultati i ricavi operativi netti sono aumentati del 3,8% a 688 milioni di euro grazie alla crescita a doppia cifra delle vendite nei mercati esteri dei farmaci per le malattie rare (+35%) e dei prodotti nutraceutici (+ 16%), parzialmente compensata dalla riduzione delle vendite dei farmaci tradizionali, sia in Italia (-3%) che in altri Paesi (-8%). Per quanto riguarda la distribuzione geografica del fatturato consolidato, l'incidenza del Nord America e' passata dal 14% a fine 2011 al 18% a fine 2012, mentre l'Italia ha continuato a ridurre il proprio peso passando dal 66% a fine 2011 al 61% a fine 2012. Il business tradizionale, seppur con ricavi netti in diminuzione del 3% a 533,7 milioni, ha migliorato la propria redditivita', generando circa 70 milioni di euro di Ebitda contro i circa 50 milioni dello scorso esercizio. Il margine operativo lordo ammonta a 156,7 milioni (+47%) e il margine operativo netto passa da una perdita di 5,5 milioni ad un risultato positivo per 60,2 milioni. La Posizione Finanziaria Netta, pari a 140,3 milioni, e' migliorata complessivamente di circa 120 milioni.
L'anno comincia bene per Roche: il gigante farmaceutico renano ha realizzato nel primo trimestre un fatturato di 11,6 miliardi di franchi, in crescita del 5% rispetto allo stesso periodo del 2012. A tassi di cambio costanti la progressione è stata del 6%, precisa la società in un comunicato odierno. Per quanto riguarda il mercato indiano, dopo la sentenza sul Glivec sfavorevole a Novartis, Roche cerca partner locali per la produzione dei propri farmaci. Il dato complessivo del giro d'affari è leggermente superiore alle previsioni degli analisti contattati dall'agenzia Awp, che puntavano su valore di 11,4 miliardi. Soddisfatti si sono mostrati i vertici del gruppo. "Grazie alla crescita interna l'avvio del 2013 è stato molto buono", ha affermato il numero uno di Roche, Severin Schwan, citato nella nota. Per quanto riguarda il mercato indiano, Roche intende adottare un approccio specifico dopo il no della corte suprema locale alla protezione del Glivec, farmaco antitumorale della Novartis. Roche vuole facilitare l'accesso ai propri farmaci nel subcontinente, ha spiegato il direttore operativo Daniel O'Day durante una conferenza telefonica. Il gruppo sta cercando un partner locale. Il mercato indiano è in piena espansione e attira per questo l'interesse dei grandi gruppi farmaceutici. Quest'ultimi devono tuttavia adattare la propria strategia alla politica indiana nel settore e al potere d'acquisto limitato della popolazione.
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Fonte: Bayer, Roche, Sigma Tau, Bristol Myers
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