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Enpam, fra tre anni senza medici di famiglia. Dentisti in difficoltà

Medicina Generale Redazione DottNet | 10/06/2013 12:48

Fra tre anni ci saranno 600 medici di medicina generale in meno. Considerando che ogni medico di famiglia può avere fino a 1.500 pazienti, questo significa che circa 900mila italiani potrebbero rimanere senza curante. Un numero destinato a crescere ulteriormente per via dei pensionamenti futuri.

A rivelare questi dati è la Fondazione Enpam, l’ente previdenziale dei medici e dei dentisti. Nel 2016,  infatti, 1.499 iscritti al fondo di previdenza della medicina generale compiranno l’età  del  pensionamento  (68  anni).  Nello stesso anno,  dalle  scuole  di  formazione  in medicina generale è prevista l’uscita di meno di 900 nuovi medici di famiglia. “Nei prossimi anni potremmo essere costretti a chiamare specialisti e medici di famiglia dall’estero  -  ha  dichiarato  il  presidente  della  Fondazione  Enpam Alberto Oliveti  -.  Allo stesso tempo in Italia migliaia di  laureati  in medicina  rischiano di non  avere  accesso ai percorsi di post  lauream perché, a causa dei tagli alle borse di studio, non viene messo a bando un numero sufficiente di posti nelle scuole di specializzazione e di formazione”. L’Enpam sottolinea  che  il  numero  dei medici  di medicina  di  famiglia  che  andranno  in pensione ogni anno continuerà a crescere anche dopo il 2016 e raggiungerà un picco nel 2022 (quando saranno quasi 4.900 gli iscritti al fondo della medicina generale a compiere l’età di 68 anni). “Il nostro Paese avrebbe il dovere morale e civile di programmare la qualità e il numero dei professionisti che  devono  assicurare  ai  cittadini  il  loro  diritto  alla  salute  -  ha  dichiarato ancora  Oliveti  -.  Per affrontare  questi  problemi  abbiamo  costituito  un  osservatorio  sul mercato del lavoro delle professioni sanitarie che si riunirà il 25 giugno prossimo”.

Sondaggio Omceo. Intanto la crisi strozza gli studi degli odontoiatri. Negli ultimi anni la contrazione del numero di pazienti e' stata almeno del 30% e le perdite di guadagno di quasi il 75%. E non va meglio ai colleghi medici. Per oltre il 70% e' forte il senso di insoddisfazione. Sono questi due dei primi risultati emersi dal convegno dedicato al benessere dei camici bianchi napoletani e da un sondaggio che l'Ordine dei medici di Napoli sta sottoponendo da qualche mese ai suoi iscritti.

 Dai risultati del sondaggio, anticipati gia' qualche mese fa, la situazione non e' proprio delle piu' rosee. Per la maggior parte dei medici regna il pessimismo: il 70,4% vede peggiore il futuro della sanita' e nemmeno il 15% e' pienamente soddisfatto del proprio lavoro. I principali motivi di insoddisfazione sono economici, il 35,9%, di progressione di carriera, 24,2%, relativi al luogo di lavoro non idoneo, per il 17,2%, e anche un 5,3% che parla di lavoro inutile. E poi ci sono gli odontoiatri che oggi hanno divulgato i primi risultati lamentando di essere particolarmente colpiti dalla crisi economica.  ''La libera professione soffre - dice il consigliere dell'Ordine, Sandra Frojo - Tutte quelle terapie che non sono d'emergenza e urgenza vengono rimandate dalle famiglie che si trovano in difficolta' a pagare le tariffe dei dentisti che notoriamente per offrire servizio di qualita' hanno costi elevati. Inoltre soffriamo molto la concorrenza di chi offre prestazioni a prezzo ridotto, dei vari coupon e addirittura degli studi di alcuni Paesi vicini''.  ''Con questo pessimismo facciamo perdere la carica ai giovani - dice il consigliere alla Sanita' della Campania, Raffaele Calabro' - Bisogna sbloccare il turn over, trovare la modalita' di sistemazione del precariato che diventa sempre piu' diffuso e si e' cominciato su questa strada perche' partira' un numero di concorsi a breve, per 350 persone e poi un contingente all'anno''.  ''Gli odontoiatri - dice il presidente dell'Ordine, Bruno Zuccarelli - si aspettano un aumento economico. Ma parliamo di risultati che andranno elaborati. Diciamo sempre che il nostro sistema sanitario regionale e' tra i piu' alti nel mondo, ma stiamo cominciando ad annaspare''.  ''Abbiamo visto due cose ottime - dice il consigliere dell'Ordine, Carolina Ciacci - il primo e' che il 70% e' soddisfatto del rapporto che ha con il paziente e piu' del 60% e' anche soddisfatto del proprio lavoro''. ''E 'un momento di grande disagio - dice il consigliere dell'Ordine, Carla Riganti - e noi abbiamo puntato a un tentativo di recupero della credibilita' delle istituzioni nei confronti di operatori e cittadini''.

Il commento della Fimmg. Dal 2012 al 2013 i posti messi a bando per il corso di formazione specifica in medicina generale, gia' non sufficienti a garantire il ricambio generazionale, sono diminuiti di ben 57 unita' pari al 6%, e i posti per le scuole di specializzazione del 10%. ''Le previsioni dell'Enpam non possono far altro che alimentare i nostri timori sul futuro della categoria'': e' quanto afferma la coordinatrice nazionale di Fimmg Formazione, Giulia Zonno, commentando i dati diffusi dalla Fondazione Enpam secondo i quali nel 2016 un milione di italiani saranno senza medico di famiglia. ''E' per combattere la precarieta' e per la sostenibilita' di tutto il SSN che chiediamo al ministro della Salute Beatrice Lorenzin di aumentare i finanziamenti e il numero di borse per la formazione di nuovi medici di famiglia - sottolinea Giulia Zonno - Dall'altra parte il numero dei posti per l'ingresso al corso di laurea di medicina continua a crescere, negli ultimi 3 anni sono aumentati di piu' di 1000 unita'. Il trend negativo di contrazione del numero di borse e contratti per la formazione post laurea, in barba alle richieste regionali, determinera' quindi ogni anno per i prossimi anni circa 1500-2000 medici neolaureati l'impossibilita' di accedere ai corsi di formazione post laurea e quindi neghera' loro la possibilita' di avere un rapporto stabile con il SSN. Questi medici sono destinati percio' a essere precari. E cosi' nel 2016, come gridano i dati ENPAM, quasi un milione di italiani resteranno senza medico di famiglia - prosegue Zonno - In questi tempi di spending review si sa che il medico di famiglia e' l'unica figura a cui il paziente si puo' riferire sempre per un problema di salute, senza dover pagare per essere visitato e curato. Ed e' evidente che la medicina generale e' il livello assistenziale che puo' essere in grado e su cui si deve puntare per migliorare la gestione dei pazienti cronici, che aumentano sempre di piu' e devono poter essere assistiti sul territorio, evitando continue ospedalizzazioni''.

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Fonte: Omceo, fimmg, enpam

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