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Ortopedici, presto altre azioni. In calo le denunce contro i medici

Professione Redazione DottNet | 01/07/2013 19:41

''Siamo i più colpiti e ci sentiamo i portabandiera di questa battaglia, e se il ministro Lorenzin si rifiuterà ulteriormente di avere un confronto con noi'' si andrà al ''braccio di ferro'' e ''siamo pronti anche ad azioni eclatanti''.

Lo spiegano gli ortopedici dopo lo sciopero nazionale di 24 ore della categoria. Il presidente del sindacato Nuova Ascoti, Michele Saccomanno (nella foto) ha sottolineato che lo stop ''nasce dal disagio dei pazienti e dalla frustrazione dei medici ortopedici, costretti a fronteggiare le lamentele dei malati alle prese con le liste d'attesa'' e 'abbandonati' dalle istituzioni.  Gli ortopedici chiedono ''un accordo con il governo'' sul fronte della responsabilita' professionale e delle assicurazioni (l'obbligo di assicurarsi anche per i medici scattera' il prossimo 13 agosto): ''Il ministro della Salute - attacca Saccomanno - dovrebbe fare da mediatore tra le esigenze dei pazienti e dei professionisti e quelle dell'economia e dovrebbe essere attenta prima al mondo della salute, e solo dopo, difendendolo, vada a parlare al mondo dell'economia''. Anche perche', anche in chiave economica, una soluzione aiuterebbe a combattere il fenomeno della medicina difensiva ''che costa ogni anno tra i 13 e i 15 miliardi di euro''. 

I dati dello sciopero. Adesione che sfiora "il 90%" e "2000 interventi programmati saltati, oltre a migliaia di visite". Sono i numeri dello sciopero di 24 ore indetto oggi dagli ortopedici italiani "non più in grado di entrare in sala operatoria con serenità " per il troppo contenzioso, spiega Michele Saccomanno, presidente di Nuova Ascoti, il sindacato che ha indetto lo sciopero sostenuto dalla Società italiana di ortopedia (Siot) e degli ortopedici traumatologi ospedalieri (Otodi) e dal collegio italiano chirurghi (Cic). Definizione dell'atto medico, "che manca solo in Italia, Polonia e Messico, per il chirurgo che commetta un errore con il bisturi viene giudicato come chi causa un incidente stradale o come un malvivente che sfregia la sua vittima con un coltello", e prezzi delle polizze assicurative alle stelle (fino a "18mila euro l'anno) sono tra le motivazioni alla base della protesta.

Le stesse che qualche mese fa avevano portato anche i ginecologi a incrociare le braccia.  "Lo sciopero - aggiunge Saccomanno - arriva il giorno dopo la scadenza per la stesura del nuovo regolamento sulle assicurazioni, che secondo il decreto Balduzzi doveva arrivare entro il 30 giugno". Ma si è registrato "un nulla di fatto". Il decreto, ricorda l'ex senatore, che ne era stato relatore al Senato, "era incompleto per ammissione dello stesso ex ministro Balduzzi che aveva promesso un intervento immediato" sulla responsabilità professionale che non è arrivato. "Nessun professionista ormai è più in grado di fornire servizi adeguati, perché teme di esporsi a rischi insostenibili che tra l'altro i massimali delle assicurazioni non sono in grado di coprire". Gli ortopedici, spiega Saccomanno, "non chiedono la depenalizzazione, perché se c'é dolo vogliamo prenderci le nostre responsabilità ". Ma non è nemmeno più possibile lavorare se "fuori dall'ospedale ci sono persino camper che invitano i pazienti a chiedere i risarcimenti per malasanità ". E il problema, aggiunge Carlo De Roberto, presidente degli ortopedici ospedalieri, riguarda soprattutto "i giovani mediciche temono di entrare in sala operatoria, e che spesso non scelgono più certe brache chirurgiche tanto che fra qualche anno non avremo più specialisti ortopedici". "La nostra protesta - conclude Saccomanno in conferenza stampa - crea disagi ai pazienti di cui ci scusiamo, ma arriva proprio per garantire la sicurezza e la qualità delle prestazioni ai pazienti. Noi non vogliamo aumentare le sofferenze dei pazienti o le liste di attesa, ma viviamo un disagio che non è più sostenibile".

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Cala il numero delle denunce contro i medici e le strutture sanitarie. Dai 33.700 sinistri registrati nel 2010 si è passati ai 31.400 del 2011. Non un calo vertiginoso, poco meno del 7%, ma assai significativo se si pensa che dal 1994 il numero di questo tipo di sinistri è cresciuto di oltre il 2. E' quanto emerge dall'ultimo rapporto Ania (Associazione nazionale imprese assicuratrici) sui sinistri nell'area medica. Analizzando i dati dell'Ania si scopre che a diminuire è sia il numero delle denunce contro i singoli professionisti (11.782 contro 12.329 dell'anno precedente) sia quelle contro le Asl (19.627 contro 21.353 del 2010). "Il calo delle denunce è un timido segnale di miglioramento che non deve farci abbassare la guardia. Si tratta di un calo che deriva probabilmente anche da una maggiore attenzione al rapporto medico paziente". Commenta così Costantino Troise, segretario nazionale dell'Anaao Assomed i dati emersi dall'ultimo rapporto Ania (Associazione nazionale imprese assicuratrici) sui sinistri nell'area medica. "Non credo - conclude Troise - che questi scostamenti in più o in meno possano indurre ad abbassare la guardia. Speriamo che il Parlamento intervenga sul tema". Intanto si è appena conclusa la settimana di sensibilizzazione contro la malasanità organizzata da Amami terminata con lo sciopero degli ortopedici del primo luglio.  Le norme predisposte da Amami si prefiggono di cancellare i quattro enormi problemi che affliggono la sanità: il fenomeno della medicina difensiva con il rischio di inefficienza e i costi sproporzionati che determina; il contenzioso ingiustificato che provoca aumento dei costi e la diminuzione dell'efficienza della giustizia; la problematica assicurativa con l’insostenibilità dei costi per i sanitari e per le aziende sanitarie; la divulgazione di numeri falsi sulla malasanità che semina apprensione ingiustificata tra i cittadini e arreca danno all'immagine della sanità e dei sanitari. 

Lo Snami e la mediazione: Positivo per lo Snami il ripristino dello strumento della mediazione nel Decreto del Fare ed un passo avanti significativo sulla strada della revisione della giustizia in ambito sanitario. Angelo Testa, Presidente nazionale dello Snami non ha dubbi: "Il nostro sindacato ha già da tempo incoraggiato la formazione di mediatori sanitari e ha dato vita ad una apposita commissione cui è stato affidato il compito di studiare lo strumento della mediazione e conciliazione nell’ambito della responsabilità medica e di individuare le criticità nel rapporto medico paziente che determinano il verificarsi delle controversie". "La sensazione percepita dai pazienti della scarsità del tempo loro dedicato dal medico - continua Testa - a fronte di un enorme carico di lavoro in burocrazia viene interpretata come una grave mancanza di professionalità. In questo quadro globale ciò può creare sempre più frequentemente una turba nella comunicazione medico paziente con conseguente nascita di controversie". Per  Giorgio Fusetti, presidente regionale di Snami Liguria e responsabile nazionale della commissione nazionale Mediazione Civile: "Una controversia vede un danneggiante ed un danneggiato ed è inevitabilmente fonte di stress psicologico per i soggetti coinvolti con conseguente   peggioramento della efficienza lavorativa quando viene coinvolto ingiustamente chi ha ben operato. L’approvazione dello strumento della mediazione al pari della revisione della responsabilità medica è strumento essenziale per riportare la professione medica ad un livello di operatività che non sia influenzato da comportamenti dettati dalla medicina difensiva, causa di un’enorme spesa sanitaria impropria ed utile solo aifini di autotutela troppo spesso applicati in ambito di responsabilità civile medica. Oltre a ciò la mediazione sanitaria è un ottimo strumento per determinare anche un’importante riduzione dei tempi di attesa per la risoluzione delle controversie ed una notevole riduzione delle spese legali e dei premi delle polizze assicurative". E conclude il presidente Testa: "La necessità di questo strumento obbligatorio per la procedibilità dell’azione legale era evidente da tempo ed improrogabile ed è auspicabile che sia finalmente applicato senza ulteriori ritardi e tentativi di affossamento. Noi dello Snami ci stiamo muovendo e vogliamo così aggiungere un’ulteriore tessera nel puzzle della politica volta a migliorare la nostra qualità lavorativa".

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Fonte: ania, anaao, amami, adn

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