In sanità ci sono ''30-40mila precari, di cui 8mila medici'' guardando solo ai contratti ''a tempo determinato, senza contare altre forme di precarietà, concentrate peraltro in punti nevralgici dell'assistenza, in particolare in alcune Regioni''.
Lo ha sottolineato Sergio Bovenga, rappresentante della Federazione degli Ordini dei medici (FnomCeo) in audizione davanti alle commissioni Affari sociali e Bilancio della Camera per l'indagine conoscitiva sulla sfida della tutela della salute tra nuove esigenze del sistema sanitario e obiettivi di finanza pubblica. ''Senza compliance dei protagonisti - ha osservato - le organizzazioni si impoveriscono'' e ''davanti a trasformazioni di larga portata che stiamo affrontando in questi anni, centinaia di migliaia di professionisti vivono in un clima di incertezza economica e professionale, considerati anonimi fattori produttivi'' da un sistema che ''subordina le finalita' sanitarie alla tenuta dei conti''. Alle difficolta' legate al personale, ha ricordato, si aggiunge poi la mancanza di nuovi medici specializzati, ed ''emblematico e' il fenomeno della formazione in medicina generale''. Ormai e' a regime, ha ricordato, ''il decreto del Miur che porta a 5 gli anni di specializzazione in medicina e a 6 quelli in chirurgia'' a fronte di una ''insufficienza di contratti di formazione che quest'anno sono 500 in meno rispetto alle esigenze'' e che ''a regole invariate il prossimo anno saranno 2mila in meno, confinando in questa specie di imbuto migliaia di giovani medici laureati ma senza prospettive di qualificazione professionale e di accesso al Servizio sanitario nazionale''.
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Fonte: Fnomceo
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