Undici casi di presunta malasanità in meno di un mese. E' quanto denuncia il Codici (Centro per i diritti del cittadino) riportando i casi resi noti dalla stampa nelle ultime 4 settimane in Italia.
''Nonostante i numeri parlino chiaro - commenta Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale del Codici - e descrivano una realtà tutt'altro che rosea, i nostri parlamentari si mobilitano andando in direzione contraria a quella che è la tutela del malato ed il diritto alla salute. Alla Commissione Affari sociali del Parlamento sono all'esame le 'Disposizioni in materia di responsabilità professionale del personale sanitario', che prevedono la deresponsabilizzazione dei medici''. Il Codici, si legge in una nota, si indigna e protesta ed invita i cittadini a segnalare casi di malasanità. Lo sportello ''Indigniamoci'' ed i suoi legali offriranno consulenze e assistenza legale. Casi che appassionano anche gli avvocati che cercano di reclutare i familiari del defunto, convincendolo del fatto che il povero estinto (magari ultraottantenne e malato terminale) “poteva forse non morire se fosse stato curato con maggiore professionalità”. Persuadendo, così, il congiunto del morto ad avviare un’azione legale per colpa medica. Tuttavia queste azioni penali, nella stragrande maggioranza dei casi, non si trasformano neppure in processo: vengono archiviate nove denunce su 10. E meno ancora in condanne: un medico su cento subisce una condanna. L’aumento di esposti, rispetto agli anni precedenti, è verosimilmente, nella maggior parte dei casi, frutto di tentativi di manovre speculative. Tant’è che, come detto, solo una minima parte delle denunce evolve in processo. Il 99% di questi procedimenti nasce dalla denuncia di privati. Vale a dire di familiari di pazienti deceduti.
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Fonte: Codici, sindacati
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