Non solo gli psichiatri, ma anche medici dei pronto soccorso, medici di famiglia e, soprattutto, le guardie mediche. Il fenomeno delle aggressioni ai camici bianchi - l'ultimo episodio si è registrato ieri con la morte di una psichiatra a Bari aggredita da un paziente - è segnalato in aumento, ed in testa alla classifica delle categorie sanitarie più a rischio figurano appunto le guardie mediche.
Lo conferma un'indagine del Sindacato Medici italiani (Smi): circa 9 medici su 10, denuncia il sindacato, hanno subito aggressioni e violenze nelle sedi di continuità assistenziale, ovvero le ex guardie mediche. Tra i medici di questa categoria che hanno subito aggressioni di qualche tipo, il 45% è donna. Sulla base dell'indagine, il 60% subisce minacce verbali, il 20% percosse, il 10% atti di vandalismo e il 10% violenza a mano armata. Se, inoltre, il 78% ritiene inadeguato il trattamento economico alle proprie prestazioni lavorative, solo il 10% ritiene soddisfacente la situazione in materia di sicurezza sul lavoro, il 22% ritiene di lavorare in strutture fatiscenti e malgestite, e il 14% di fare un lavoro a rischio. Nel 90% dei casi, secondo i dati raccolti, le aggressioni avvengono nelle postazioni di lavoro, prive di strumenti di sicurezza. Su 2.500 guardie mediche interpellate, 9 su 10 hanno subito almeno un'aggressione durante la loro attività, e otto su dieci più di una. In Italia, sono 13mila circa i medici di continuità assistenziale, organizzati in 2.651 presidi. Ma aggressioni ed episodi di violenza sono in aumento anche nei Pronto soccorso e tra i medici del 118 che fanno servizio nelle ambulanze. Oggi, afferma il presidente della Società italiana di medicina di emergenza e urgenza (Simeu), Giorgio Carbone, ''nei Pronto soccorso assistiamo a continui episodi di violenza, da parte dei malati ma pure dei familiari. Questo perche' sta aumentando la conflittualità generale in questo momento di forte crisi. Una situazione analoga - aggiunge - si registra pure per i medici del 118''. Ad essere oggetto di violenza sono poi, in percentuale preoccupante, le donne medico in generale: ne rimangono vittime il 4%, secondo il rapporto 'Lavoro e famiglia, stalking e violenza' del 2011 presentato dall'Ordine dei medici di Roma. Il 4% rappresenta una percentuale quasi doppia rispetto a quella delle donne italiane in generale, che e' del 2,1%, secondo dati Istat. Proprio per fare fronte al fenomeno, sempre nel 2011 è nato l'Osservatorio sulle aggressioni ai medici, un'iniziativa promossa dall'Ordine dei medici di Roma, con la partecipazione di un rappresentante della Questura di Roma ed una rappresentanza del ministero della Salute.
Il commento degli psichiatri: Mandati in ''prima linea'', ma senza ''adeguate protezioni e sicurezza''. Gli psichiatri, secondo il presidente della Società italiana di psichiatria (Spi), Claudio Mencacci, sono come ''soldati in trincea'' e l'ultima dimostrazione, afferma, e' l'assassinio della psichiatra di Bari Paola Labriola per mano di un paziente.
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Fonte: smi, Simeu, Spi
Cgil, Cisl e Uil: "Sono 200mila, è un comparto strategico"
"I medici, i dirigenti sanitari, gli infermieri le professioni sanitarie ex legge 43/2006, vogliono risposte, vogliono tornare ad essere il fulcro delle cure, vogliono continuare a curare, ma in sicurezza”
Testa: “Serve uno straordinario investimento nel territorio prima che della medicina di famiglia rimangano solo le ceneri.”
Leonida Iannantuoni Presidente di ASSIMEFAC; al paziente va dedicato più tempo
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