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Groupon contro Fnomceo: Bianco finisce sotto inchiesta

Professione Redazione DottNet | 17/09/2013 15:16

La Fnomceo cerca di suonarle a Groupon e invece finisce sotto inchiesta. Sembra una vicenda paradossale, ma invece è andata proprio così: "Chiedemmo due anni fa all'Antitrust di dirci se un'attività pubblicitaria come quella condotta da Groupon fosse compatibile con normativa vigente e non ha mai risposto. In compenso ora ci troviamo sul banco degli imputati. Ci tuteleremo e difenderemo le nostre ragioni", sbotta furibondo il presidente della Fnomceo, Amedeo Bianco, che adesso deve rispondere all'istruttoria aperta dall'Autorità garante della concorrenza a carico della Federazione degli ordini dei medici e degli odontoiatri.

 A finire nel mirino, le regole del codice deontologico, da cui potrebbero derivare "effetti restrittivi della concorrenza" ai danni di singoli professionisti e delle reti di studi odontoiatrici. Questo almeno è quanto avevano segnalato alcuni professionisti, costretti a disdire contratti con Groupon perché sottoposti a procedimenti disciplinari per aver promosso le proprie prestazioni sul sito web che permette di accedere ad offerte giornaliere di buoni sconti per diverse categorie di merci e servizi. "I casi a cui fa riferimento l'istruttoria andrebbero visti nel merito", spiega Bianco. Quel che è certo, sostiene è che il codice "tutela una pubblicità sana, trasparente, dignitosa e non magnificante". D'altronde, la salute è un "prodotto" più delicato degli altri. Una visita angiologia o un elettrocardiogramma non sono la stessa cosa di un libro o di un volo aereo". Insomma l'Antitrust dovrebbe puntare il faro su ben altri soggetti, magari coloro che pubblicizzano prime visite a prezzi stracciati, "senza specificare il prezzo intero dei successivi trattamenti". "Non mi pare si soffra di mancanza di pubblicità in questo paese", conclude ironicamente Bianco. Piuttosto il tema da affrontare dovrebbe essere quello dei "messaggi induttori di consumi che, per quanto riguarda la salute, si trasformano spesso in rischi".

Intanto il Codacons ha presentato all'Antitrust una denuncia su una promozione comparsa sul sito Groupalia che offre un intervento chirurgico per ingrandire il seno al costo irrisorio di 99 euro. ''Abbiamo ricevuto numerose segnalazioni da parte dei consumatori in merita all'offerta apparsa di recente sul noto sito di 'social shopping' - spiega il Codacons - e il prezzo ridicolo con cui nell'annuncio in questione si afferma di poter effettuare l'intervento di mastoplastica additiva, ha messo in allarme molti utenti''. Considerato che ''il costo di euro 99,00 appare chiaramente inadatto a coprire le prestazioni sanitarie dell'operazione - spiega l'associazione - ci siamo rivolti all'Ordine Provinciale dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri di Caserta, cui risulta iscritto il medico responsabile dell'offerta, affinché sia accertata la sussistenza di comportamenti illegittimi a carico dello specialista, nonché all'Antitrust''.  Ma perché Groupon ha tanto successo? Semplice, risponde un esperto di marketing, in tempi di crisi anche per i trattamenti sanitari si va sempre più a caccia di offerte sul web. E si va su Groupon dove si offrono anche prestazioni mediche o fisioterapiche a prezzi scontatissimi: nel 2012 i tagliandi acquistati nella sola area salute sono stati 300mila. In cima alle preferenze degli utenti trattamenti odontoiatrici e fisioterapici, ma molto gettonate sono anche visite cardiologiche, urologiche, ecografie e tra le nuove offerte anche sedute di consulenza psicologica e psicoterapeutica individuali, di coppia o familiari.

Gli allettanti sconti effettuati dagli studi medici partner fanno probabilmente vincere agli utenti paure e ritrosie sulla qualità delle prestazioni offerte, ma cresce la preoccupazione dei medici, che si chiedono come sia possibile offrire un buon servizio a prezzi così bassi, e delle associazioni dei consumatori, che si sono attivate per tutelare il più possibile chi acquista online soprattutto in ambito sanitario. Tra i professionisti più colpiti senza dubbio i dentisti, che un anno fa hanno presentato una denuncia all'Antitrust – che adesso ne chiede conto all’Ordine - e lanciano l'allarme sulla qualità dei servizi erogati. ''Quelle effettuate su Groupon sono offerte a scopo pubblicitario, consentite secondo la legge Bersani- spiega Gianfranco Prada, presidente dell'Andi, l'associazione nazionale dei dentisti italiani- ma è evidente che la qualità delle prestazioni è inferiore e che il fine è attirare in studio clienti ai quali proporre di tornare in futuro per altri trattamenti, questa volta a prezzo pieno, con i quali magari ci si ripaga anche dello sconto praticato inizialmente''. ''Finche' si tratta dell'ablazione del tartaro e di altri trattamenti per l'igiene orale i problemi di salute in cui si può incorrere sono tutto sommato abbastanza limitati, anche se rimane da chiedersi qual è il guadagno di alcuni studi odontoiatrici che offrono un trattamento di questo tipo a 20-30 euro, una cifra che non copre neppure i costi di gestione dello studio stesso e del personale al momento in cui viene effettuata la prestazione- prosegue Prada- ma il vero problema è quando si acquistano online coupon per altri trattamenti, come ad esempio gli impianti dentali. Il paziente non sa se ne ha realmente necessità e non ha concordato nulla in precedenza con lo specialista''. C'è poi un'altra questione, altrettanto importante: cosa fare se qualcosa va storto dopo aver acquistato un coupon. ''Si possono denunciare i disservizi all'Ordine dei medici e degli odontoiatri, in questo chi acquista coupon di salute è più tutelato di altri consumatori '' spiega Pietro Giordano, segretario generale Adiconsum, associazione difesa consumatori e ambiente. ''Adiconsum ha istituito una mail dedicata alla tutela di chi acquista i coupon, socialshopping@adiconsum.it, alla quale è possibile inoltrare delle segnalazioni- prosegue Giordano - finora abbiamo ricevuto circa 300 segnalazioni''. ''E il dato potrebbe essere ancora più alto - conclude - perché bisogna considerare che spesso le somme tutto sommato basse e l'insoddisfazione per una prestazione non all'altezza ma senza conseguenze gravi portano a non denunciare, soprattutto nel caso di persone in avanti con l'età che magari hanno acquistato online con l'aiuto di parenti o amici''.

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Fonte: antitrust, fnomceo

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