I medici di qui al 2023 si ridurranno e passeranno dai 324.953 del 2013 a 301.607. Ma non ovunque. Le regioni dove al contrario saranno in aumento sono 5 su 20 (Abruzzo, Basilicata, Lazio, Molise e Valle D'Aosta), in base allo scostamento tra pensionamenti e nuovi specialisti. E solo 3 regioni su 20 (Lombardia, Puglia e Veneto) manterranno margini di aumento futuro dei fabbisogni di medici specialisti; queste tre regioni riusciranno nel 2023 a ottenere un accettabile abbattimento degli esuberi.
L'analisi sul fabbisogno di medici specialisti nelle Regioni italiane è di Domenico Montemurro, consigliere nazionale Anaao giovani e Fabio Ragazzo, di Anaao giovani (clicca qui per leggere il documento completo). Ben 6 regioni invece (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise e Sicilia) hanno registrato un aumento dei medici "senior" di oltre il 10% e la metà delle regioni italiane registri un'età anagrafica media del contingente medici complessivo sopra i 50 anni (centro e sud Italia in prevalenza, prime fra tutte Molise e Liguria). Appare evidente come nei prossimi 10 anni il trend dell'età media risulterà in aumento in ben 15 regioni su 20, e come questo rappresenti un indice di scarso turnover generazionale. Nel 2013 circa 1/3 del totale dei medici risulta impiegato nel Ssn; estrapolando tale rapporto, gli autori ipotizzano il numero di specialisti impiegati nel Ssn al 2023 e lo raffrontano con gli ipotetici esuberi di specialisti del Ssn calcolati al 2013. Da questo confronto si nota come Abruzzo, Basilicata, Molise, Valle D'Aosta mostrano una difficoltà ad ammortizzare gli esuberi anche nel lungo periodo (10 anni), a fronte di una insufficiente pianificazione. Un'osservazione particolare secondo gli autori merita l'analisi della regione Lazio, per la quale secondo la proiezione futura, il numero di medici sarà destinato ad aumentare rispetto al 2013, quasi a pareggiare nel 2023 la carenza di specialisti calcolabile al 2012. In realtà la carenza di specialisti che si calcola oggi in Lazio è virtuale, infatti essa è indice del blocco delle assunzioni nel Ssn e non ad un reale debito di medici specialisti; ciò è dimostrato anche dal fatto che l'età anagrafica media dei medici sarà tra le più basse attese nel 2023. Altre regioni mostrano, diversamente, una tendenza volta se non all'abbattimento completo di potenziali esuberi, al contenimento del fenomeno che purtroppo non sembrerebbe comunque esaurirsi nei prossimi 10 anni, qualora si mantenga immutata l'attuale condotta programmatica delle regioni. Dalla rilevazione delle richieste formative di accesso alle scuole di medicina e chirurgia, spiegano, è evidente come queste siano eccessive, non in linea con la previsione futura e ad alto rischio di precariato. «Oggi accade che lo squilibrio tra numero chiuso e fabbisogni specialistici imponga la scelta di doppi percorsi come surrogato occupazionale (doppie specialità, dottorati di ricerca, frequenza delle scuole di formazione in medicina generale dopo aver già conseguito una specialità).
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Fonte: anaao
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