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Scaccabarozzi: non c’è più nulla da tagliare

Aziende Redazione DottNet | 09/10/2013 19:23

Nella spesa farmaceutica non c’è più niente che il Ssn possa tagliare, anche perché il comparto grava per il 15% sulla spesa sanitaria pubblica ma in questi anni ha pagato il 40%. La valutazione è di Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, ascoltato dalla commissione Igiene e Sanità del Senato nell'ambito della propria indagine sulla sostenibilità del Servizio sanitario.

Nel suo intervento, Scaccabarozzi ha ricordato i pesanti sacrifici richiesti alla farmaceutica negli anni passati. «Noi» ha detto «siamo l'unico settore che in caso di deficit deve ripianare e che deve restituire alle Regioni l'1,83% del proprio margine». Sul fronte richieste, il presidente degli industriali ha fatto innanzitutto riferimento all’instabilità del quadro regolatorio: negli ultimi anni, ha ricordato, il comparto ha subito 44 manovre, occorre un “Patto di stabilità” per la farmaceutica e va riportata «a livello centrale» la regia del farmaco, per superare la frammentazione regionale e garantire stessa accessibilità alle cure su tutto il territorio nazionale. Prontuari regionali e ritardi nell’immissione, ha sottolineato Scaccabarozzi, penalizzano i farmaci innovativi che infatti in Italia fanno segnare consumi inferiori del 24% rispetto agli altri Paesi europei.

 Ma la vera urgenza, ha concluso il presidente di Farmindustria, è rappresentata dal pay-back sull’ospedaliera: le aziende dovranno ripianare nonostante in diverse Regioni non siano ancora state pagate, perché i ritardi arrivano anche a 700 giorni. La proposta degli industriali, allora, è quella di autorizzare “compensazioni” tra crediti e debiti visto che dall’altra parte ci sono sempre i governi regionali. «Se la proposta passasse» ha detto Scaccabarozzi «risolveremmo in un colpo solo il 25-30% dei crediti vantati dall’industria farmaceutica».

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Fonte: farmindustria

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