Precedenza alla Convenzione dei medici di famiglia, poi subito a ruota verrà quella delle farmacie. Luca Coletto, coordinatore del Comitato salute delle Regioni, lo aveva annunciato una settimana fa. E il tabellino di marcia pare funzioni, come dimostra l’incontro di giovedì mattina a Roma tra le sigle della Mg e Regioni per mettere in piedi l’atto d’indirizzo (la piattaforma con cui i governatori danno mandato alla Sisac di aprire il tavolo negoziale) e la trattativa.
La strada tracciata riguarda anche i farmacisti perché la convenzione integra un po’ tutte le figure sul territorio, dalle Cure primarie imperniata su aggregazioni complesse, Aft, Case della Salute e via di seguito. In tal senso, non vanno sottovalutate le indicazioni fornite nell’incontro dal ligure Claudio Montaldo, presidente del Comitato di settore per i rinnovi contrattuali: con l’atto di indirizzo, ha detto, le Regioni integreranno la Convenzione dei mmg nella cornice del Patto per la Salute e recepiranno il ruolo unico, che cancellerà le vecchie distinzioni all’accesso (niente più medici di famiglia distinti dalle guardie mediche, si entrerà in ruolo con un impegno orario nelle Aft e poi, mano a mano che si acquisiranno scelte, si passerà alla quota capitaria, ossia al compenso per numero di assistiti in carico). Montaldo ha anche ricordato che il rinnovo convenzionale dovrà essere «a costo zero per il Ssn» ma alcune delle sigle presenti hanno subito chiesto che le Regioni facciano subito sapere quanto c’è in cassa per le Cure primarie. E tra Fimmg e Snami sono tornati i vecchi dissapori sulle aggregazioni, con l’ultimo sindacato a dire ancora no all’inquadramento obbligatorio dei medici nelle Aft. Ma a parte la trattativa dei medici, vediamo che cosa accade sul territorio. In Valdichiana (provincia di Arezzo) l’Asl ha spostato di recente il proprio magazzino nella Casa della Salute di Castiglione Fiorentino, dove fa distribuzione al pubblico di medicinali con orario ampliato (martedì, giovedì e sabato 8-12, lunedì 7.
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Fonte: federfarma
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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