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Cresce ancora il contenzioso sanitario: arrivano tre proposte

Professione Redazione DottNet | 22/10/2013 18:27

Continua a crescere il contenzioso giudiziario per presunti errori sanitari: su 8 milioni di pazienti, il 4%, ben 320.000 hanno denunciato danni subìti durante il ricovero in ospedale. Ancora troppa medicina difensiva è la risposta dei medici, in mancanza di un sistema normativo che li garantisca.

Dopo la Riforma Balduzzi (nella foto l'ex ministro), che senza migliorare molto la situazione aveva avuto però il merito di portare il problema all'attenzione della politica, l'annosa questione della responsabilità professionale torna all'attenzione del Parlamento con tre proposte di legge, presentate alla Commissione Affari Sociali della Camera. Obbligo assicurativo da parte delle aziende sanitarie, introduzione di un sistema di valutazione del rischio clinico e conciliazione obbligatoria prima di intraprendere l'azione civile, sono questi i punti principali dei ddl in esame, di cui è relatore il Presidente della Commissione Pierpaolo Vargiu. Due sono a firma dell'on. Benedetto Fucci (Pdl). Il n.262, in virtù della "particolare delicatezza e natura delle professione medica", limita il risarcimento dei danni ai soli casi di dolo da parte del medico, mentre la disciplina attuale lo prevede sempre, ad eccezione dei casi di colpa lieve. Altra novità è la "natura contrattuale" del rapporto tra medico e paziente, che prevede la stipula di un contratto che "non comporti per il medico l'obbligo di guarire il paziente bensì quello di prestargli le cure appropriate".

Inoltre istituisce uffici legali presso le strutture ospedaliere "che supportino il sanitario nel momento in cui questo debba prendere decisioni di estrema delicatezza". Il n.259 prevede, tra l'altro, una delega al Governo per avviare interventi per l'obbligo della copertura assicurativa da parte di strutture. Porta la firma di un altro deputato del Pdl, Raffaele Calabrò, la terza proposta, n.1324 che istituisce un fondo di solidarietà sociale per il risarcimento delle vittime e limita a 5 anni dal momento della conoscenza del danno i termini di prescrizione del diritto al risarcimento. Ma soprattutto fa della polizza assicurativa 'conditio sine qua non' per l'accreditamento dei privati.

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Fonte: commissione affari sociali

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