Integrare ospedale e territorio in modo da evitare ricoveri impropri in ospedale e far tornare il paziente a casa il più presto possibile. Questo l'appello lanciato dalla società italiana di medicina generale (Simg) in occasione del trentesimo congresso nazionale in corso a Firenze. In Toscana, secondo i dati della Simg, il nuovo modello di cure primarie ha permesso di evitare il 35% dei ricoveri impropri, con notevole risparmio di risorse. Il modello sperimentato in Toscana, ha detto il presidente della Simg Claudio Cricelli, "prende in carico il paziente in tutte le fasi della malattia. È la sola alternativa al rischio di estinzione del Servizio Sanitario".
"L'esempio toscano, ha aggiunto Cricelli, può essere esteso al resto del paese. Gli attuali criteri di cura vanno superati. È destinata a esaurirsi la figura del medico di medicina generale che lavora con modalità tradizionali. Già durante il ricovero devono essere attivati i meccanismi per assistere il paziente a casa, dopo le dimissioni. Il paziente, varcata la soglia dell'ospedale, non abbandona il legame con il territorio, che rimane la sua destinazione naturale. L'acuzie, il ricovero ospedaliero e l'evento critico sono una parentesi che impone il ricorso a una struttura complessa. La persona poi trova nelle nuove cure primarie un sistema che l'attende a casa, predisponendo tutti gli interventi necessari, dall'accoglienza al supporto domiciliare, in continuità con l'ospedale di cui rappresenta l'estensione". Secondo quanto emerso nel corso del congresso, In base alle nuove norme i medici di famiglia saranno obbligati a lavorare in associazioni mono-professionali (Aggregazioni funzionali territoriali) e multi-professionali (Unità complesse di cure primarie). "Il sistema salute - ha detto Ovidio Brignoli, vicepresidente Simg - oggi risente di condizionamenti mai verificatisi negli ultimi 50 anni: l'esplosione delle malattie croniche, la drastica e drammatica riduzione delle risorse e, per contro, nuovi bisogni di salute della popolazione.
Assistiti e medici: Ogni medico di famiglia in Italia è responsabile della salute di circa 1.100 assistiti. In base all'ultimo rapporto 'Health Search' della Simg, il carico di lavoro dei medici di famiglia negli ultimi anni è aumentato in maniera esponenziale, passando da 6,6 contatti all'anno per paziente nel 2003 agli 8,3 del 2011, che equivalgono a più di 30 visite al giorno. Tra gli assistiti, ha detto la segretaria della Simg Raffaella Michieli, "sono oltre 25 milioni i malati cronici a cui va garantita continuità di cura per evitare ricoveri e prestazioni inutili. Poi ci sono gli adempimenti burocratici, che occupano più della metà della nostra vita professionale". Chi va dal medico di famiglia è soprattutto donna, ma non dai 75 anni in poi, quando a prevalere sono gli uomini. La maggior parte delle visite è di tipo ambulatoriale (il 71,5% di quelle registrate nel 2011). L'ipertensione è la patologia che impegna maggiormente i medici di famiglia (15,6% di contatti nel 2011), seguita dal diabete mellito (5,5%) e dalla dislipidemia (3,6%).
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fonte: sigm
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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