«Una diagnosi tardiva, o addirittura una mancata diagnosi, della malattia celiaca può abbassare notevolmente la qualità di vita dei pazienti; in casi estremi possono poi esserci seri rischi per la salute, si pensi ad esempio all’osteoporosi o al tumore. Se poi si considera il numero delle persone affette da celiachia, che in Campania sono circa 45mila, è facile capire che si può arrivare ad un costo sociale ed economico altissimo. Un danno potenziale di milioni di euro».
A dirlo è il professor Claudio Buccelli, ordinario di Medicina Legale e direttore del dipartimento di Scienze Biomediche Avanzate della Federico II. E proprio dal dipartimento del professor Buccelli è nato un corso (finanziato dall’assessorato alla Sanità), che ha come obiettivo quello di affrontare gli aspetti medico legali di questa malattia. Il tutto, con l’intento preciso di dare vita ad un’informazione puntuale sulla celiaca e realizzare un registro informatizzato dei pazienti che possa servire ai medici specialisti, legali e delle assicurazioni per acquisire una corretta metodica nella valutazione della persona celiaca ed anche una uniformità di giudizio. Un percorso didattico che coinvolge i maggiori esperti del campo, oltre ai medici legali e delle assicurazioni, anche igienisti, farmacisti, pediatri, medici di famiglia e psicologi per indagare gli aspetti medico-legali di un problema che in Campania riguarda circa 44mila persone, con importanti ricadute sociali e giuridiche. L’esigenza è quella di mettere in condizione i medici chiamati a valutare un paziente celiaco di garantire un rigore obiettivo, fondato sull’acquisizione di nozioni scientifiche precise e attuali, per poi proiettare i loro giudizi clinici nell’ambito giuridico di volta in volta interessato dal caso concreto, al fine di rispondere a precisi quesiti.
Fonte: Federico II
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