Il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti ha inviato una lettera al Ministro del Lavoro Enrico Giovannini e al Commissario Europeo per l'occupazione László Andor denunciando l'abuso che le farmacie stanno facendo dei tirocini formativi e di orientamento, i cosiddetti "stage".
L'uso disinvolto degli stage si traduce in una comoda alternativa all'apprendistato e agli altri contratti di primo impiego, nonché a tutte quelle forme di lavoro stabile che sulla carta, ma solo sulla carta, si vogliono indicare come dominanti. La realtà però è ben diversa e, nel comparto delle farmacie, a fronte di un generalizzato ampliamento dell'orario di apertura degli esercizi, si assiste ad un aumento della disoccupazione con uno sfruttamento dei neolaureati che di fatto non svolgono alcun percorso formativo ma finiscono per diventare semplicemente forza lavoro a basso costo (3/400 euro lordi al mese). La straordinarietà di questa situazione sotto gli occhi di tutti è accentuata da tre fatti:
1) i farmacisti svolgono già un tirocinio formativo in farmacia all'interno del proprio percorso universitario di sei mesi, tirocinio obbligatorio e propedeutico ad ottenere la laurea e quindi l'abilitazione;
2) tra i soggetti promotori degli stage, che dovrebbero per legge controllare la qualità degli stessi, vengono riconosciute figure in rapporto economico contiguo ai soggetti ospitanti, le farmacie, con il risultato che i controllati sono di fatto in continuità d'interessi con i controllori.
3) solo il 9% degli stage si trasforma in un contratto stabile e questo perché il meccanismo è paragonabile ad una "giostra": allo stagista viene promessa l'assunzione ma, al termine del contratto, si passa allo stagista successivo senza soluzione di continuità.
Numerose testimonianze sono univoche nell'indicare le finalità di sfruttamento degli stage con giovani colleghi utilizzati per tutto il periodo del tirocinio con mansioni di magazziniere e, in alcuni casi, assegnati alle pulizie o al ruolo di "tuttofare".
Fonte: movimento liberi farmacisti
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