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L'Ue: le case farmaceutiche ritardano l'ingresso dei generici

Aziende Redazione DottNet | 28/11/2008 14:08

Bruxelles va all'attacco delle grandi case farmaceutiche. L'accusa: fare di tutto per ritardare l'ingresso nel mercato dei meno costosi medicinali generici, con grave danno per le tasche dei cittadini europei e per i costi dei vari servizi sanitari nazionali.

La denuncia è contenuta in un rapporto presentato dalla responsabile dell'Antitrust Ue, Neelie Kroes, nel quale si tirano le prime some di un'indagine sul settore farmaceutico avviata all'inizio di quest'anno. Le ultime ispezioni a sorpresa nelle sedi di alcune delle principali industrie produttrici di farmaci risalgono al 24 novembre. La Commissione Ue ritiene di avere in mano prove che inchiodano i big della farmaceutica alle loro responsabilità: da anni - spesso d'accordo tra loro - mettono in atto pratiche commerciali scorrette con le quali ritardano o bloccano del tutto la diffusione dei medicinali generici, quelli che utilizzano gli stessi principi attivi dei farmaci più famosi e brevettati. E l'escamotage più utilizzato dalle grandi industrie - come emerge dal rapporto - sarebbe proprio quello di prolungare i brevetti apportando ai propri medicinali piccole modifiche.

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Si ritarda così la possibilità di vendere i medicinali generici con i costi che restano a livelli elevati. Anche per i farmaci necessari a curare le malattie più gravi. Nel rapporto si spiega come un anno dopo l'ingresso sul mercato di farmaci generici i prezzi scendono quasi del 20%, e del 25% dopo due anni. In alcuni casi i prezzi possono ridursi anche dell'80-90%. ''Così la concorrenza non funziona come dovrebbe'', afferma Kroes, sottolineando che a pagare sono i pazienti, i contribuenti, senza contare l'impatto negativo sulla ricerca e l'innovazione nel settore. E la Commissione Ue - avverte - ''non esiterà ad aprire vere e proprie procedure antitrust contro quelle case che violeranno le regole''.

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