Divampa la polemica sul comma 566 approvato con la legge di Stabilità. La norma avrà effetti molto importanti sulla distinzione di competenze, funzioni e responsabilità tra personale medico e infermieristico. E i sindacati medici non ci stanno, come dimostra la lettera inviata al ministro Lorenzin
I sindacati scendono in campo contro quella che ritengono essere una norma che mina le competenze professionali: Anaao Assomed, Fvm, Fassid-Federazione Aipac-Aupi-Simenet-Sinafo-Snr-Dirigenti, Cisl Medici, Anpo-Ascoti-Fials Medici, Alleanza per la professione medica, (Aaroi Emac, Andi, Cimo, Cimop, Fesmed, Fimmg, Fimp, Sbv, Sumai) in una lettera (clicca qui per leggere il testo completo) indirizzata al ministro della Salute Beatrice Lorenzin, al presidente della Conferenza delle Regioni Sergio Chiamparino e al coordinatore degli assessori regionali alla sanità, Luca Coletto “respingono la forzatura, di metodo e di merito, operata dal comma 566 dell’articolo 1 della Legge di stabilità 2015″, la norma che ridefinisce le competenze delle professioni sanitarie chiedendone l’abrogazione.
Il comma in questione recita: "Ferme restando le competenze dei laureati in medicina e chirurgia in materia di atti complessi e specialistici di prevenzione, diagnosi, cura e terapia, con accordo tra Governo e Regioni, previa concertazione con le rappresentanze scientifiche, professionali e sindacali dei profili sanitari interessati sono definiti i ruoli, le competenze, le relazioni professionali e le responsabilità individuali e di equipe su compiti, funzioni e obiettivi delle professioni sanitarie infermieristiche, ostetrica, tecniche della riabilitazione e della prevenzione, anche attraverso percorsi formativi complementari. Dall'attuazione del presente comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica".
“Siamo di fronte, a nostro parere, a una maldestra fuga in avanti, un colpo di mano, di cui rimane ignota la genesi, che forza, a colpi di fiducia, un provvedimento ordinamentale in una legge finanziaria, saltando a priori ogni criterio di ammissibilità”. L’incipit della norma “rappresenta una gravissima invasione di campo, che confina le competenze professionali dei medici in ‘atti complessi e specialistici’. Un pilastro dell’ordinamento professionale viene apoditticamente e strumentalmente vivisezionato, secondo criteri e parametri indistinti e ambigui. Con la sola finalità di affermare che parte delle competenze dei medici possono essere affidate ad altre professioni”.
“Si sposta in avanti il criterio limite all’esercizio professionale delle professioni sanitarie – affermano le organizzazioni in una nota – E si determina la grottesca situazione di trasferire alcune prestazioni sottratte ai medici specialisti tra le competenze delle professioni sanitarie, in un sistema che non consente di impiegare le maggiori professionalità dei medici non specialisti. Fin troppo il retropensiero di considerare i medici solo generatori di costi e costi da tagliare, e i confini delle loro competenze un mero ostacolo a politiche di trasferimento di segmenti di attività da professionisti con costi più alti a professionisti con costi più bassi”.
Il comma 566, proseguono i sindacati nel documento, “aggiunge un ulteriore tassello a un’allarmante consunzione dell’architrave ordinamentale del nostro Ssn, un fenomeno erosivo del diritto unico e indivisibile alla tutela della salute, avviato dal federalismo sanitario come consegnatoci dalla modifica del Titolo V della Costituzione del 2001″. Per questo i sindacati chiedono “una autorevole chiarificazione sulle questioni poste”, altrimenti si vedranno costrette a “non prendere parte ai lavori della ‘Cabina di regia’, rifiutando di adeguarsi a un disegno calato dall’alto e dannoso per tutto il sistema”.
La lettera inviata dai sindacati
Fonte: intersindacale
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